Il Piano Mattei ha attirato «un grosso interesse, negli ultimi 12 mesi, delle monarchie del Golfo, che ci chiedono di triangolare progetti, in primis gli Emirati, l’Arabia Saudita, il Qatar e il Bahrein», dice l’ambasciatore Maurizio Saggio, coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato. È un passaggio tutt’altro che secondario dell’audizione di ieri pomeriggio che conferma non solo il crescente interesse internazionale verso il Piano lanciato dal Governo Meloni nel 2024 e di fatto “adottato” dall’Europa con il suo Global Gateway da 150 miliardi per il continente africano. A dare il senso di una concretezza operativa che non conosce pause sono soprattutto i numeri e i progetti che ribadiscono la disponibilità dell’Italia ad accogliere le proposte dei Paesi con i quali il Piano è stato concordato (14 finora).

APPROFONDIMENTI

Gli investimenti

Parla di nuovi investimenti per circa 500 milioni nei primi sei mesi dell’anno l’ambasciatore Saggio. E ricorda come il Piano Mattei sia stato decisivo anche per la sottoscrizione degli accordi da decine di miliardi che il nostro Paese ha stipulato in Arabia Saudita, Qatar e Bahrein in occasione delle recenti missioni economiche guidate dalla stessa premier. Il tutto in un contesto finanziario nel quale la collaborazione con la Banca mondiale e con la Banca africana per lo sviluppo si è rivelata preziosa e indispensabile.

Nel primo semestre 2025 il Comitato tecnico della Struttura di missione ha approvato progetti per 265 milioni fino al 30 giugno ai quali ne vanno aggiunti altri due, ognuno da 100 milioni, che verranno definiti in questi giorni. Si va dall’energia all’utilizzo dell’acqua, dalla formazione alla sanità, all’agricoltura. L’Italia, attraverso il Piano Mattei, assicurerà nuovi livelli di elettrificazione diffusa in Mozambico e Tanzania, e con Terna, in Tunisia, sosterrà la crescita e la qualità delle competenze delle startup locali in vista dell’avvio del grande progetto Elmed, l’elettrodotto sottomarino che collegherà Tunisia e Italia e nel quale saranno impegnate anche le risorse più tecnologicamente avanzate del Paese africano, a partire dalla società di distribuzione dell’energia. 

I progetti

Sempre in Tunisia si darà il via ad un grande progetto per il recupero di un enorme bacino di acque non convenzionali attualmente inutilizzabile per irrigazione e usi domestici. Operazione pressoché analoga verrà assicurata in Etiopia, com’è stato concordato durante la visita di Meloni in questi giorni: il ricasco occupazionale, spiega Saggio, garantirà lavoro a 3mila operai locali. Ed è chiaro che guardando all’Africa il Mediterraneo assume un ruolo di grande centralità. Sulla Sanità: in questo settore l’obiettivo del Piano è contribuire a ridurre i tassi di mortalità neonatale in Costa d’Avorio, mediante il rafforzamento delle locali strutture ospedaliere.

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Per l’agricoltura sostenibile, resta prioritario il grande progetto avviato in Algeria: sono già stati messi a coltivazione settemila dei 30mila ettari individuati, i prodotti saranno destinati per intero al mercato locale, pari a 40 tonnellate annue, e ne beneficeranno circa 600mila persone. Sulla stessa falsariga, il Piano Mattei ha definito analoghe possibilità di collaborazione in agricoltura anche con Ghana, Senegal e Costa d’Avorio.

La formazione

Novità anche per la formazione, settore fondamentale per ridurre il gap di competenze e garantire sbocchi occupazionali in loco, strada maestra per ridurre l’impatto dell’emigrazione soprattutto clandestina. In Algeria sorgerà il primo centro di formazione per il mondo agricolo, un altro è previsto in Tunisia con particolare attenzione alle tecniche di utilizzo dell’acqua. Inoltre, con Confindustria che è da tempo in prima linea per cogliere le opportunità del Piano Mattei (la presenza nel continente dell’associazione Assafrica e il supporto di tutte le agenzie nazionali per la promozione del made in Italy sono una garanzia di qualità e serietà) si sta definendo il percorso per assicurare alle pmi italiane il personale, formato in loco, di cui hanno particolarmente bisogno e che in patria non si riesce ormai a trovare più.

A tutto ciò si aggiungono i tre progetti più rilevanti annunciati in occasione del recente vertice a Toma tra Meloni, Ursula Von Der Leyen e le istituzioni bancarie mondiale e africana nell’ambito dell’integrazione tra Global Gateway Ue e Piano Mattei. E cioè, la partecipazione dell’Italia al cosiddetto “Corridoio Lobito”, la gigantesca opera infrastrutturale ferroviaria che collegherà il cuore dell’Africa all’Europa; allo sviluppo della filiera del caffè in Etiopia; e al progetto di collegamento digitale sottomarino “Blue & Raman” con la partecipazione di Sparkle che interesserà l’Africa orientale.

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«Operiamo sempre e solo su richiesta dei Paesi collegati al Piano Mattei – chiarisce l’ambasciatore Saggio – e non a caso è la capacità di ascolto e di condivisione con i nostri partner la chiave di lettura forse più giusta per spiegare come funziona il Piano». Ma è anche la credibilità dell’architettura finanziaria e del sistema Paese nel so complesso che ha permesso all’Italia di ottenere fiducia dai suoi interlocutori. Saggio ricorda ad esempio che grazie al coinvolgimento dei privati, sono state messe in campo nuove misure per sostenere le Pmi interessate al continente. Con Plafond Africa, in particolare, Cassa depositi e prestiti garantisce risorse, con copertura statale al 70%, mentre Simest, con Misura Africa, ha già definito progetti di investimento per 5 milioni.