Sono del 1938, e sino al 1956, in casa mia vi erano solo i libri scolastici e i dizionari che ci servivano per lo studio. I miei non si potevano permettere di comprare libri e grazie al mio professore di italiano, che mi consigliò di comprare, almeno la domenica, il Corriere per poter leggere attentamente Moravia, Montanelli, Augusto Guerriero ed altri, e migliorarmi nello scrivere, nonché i classici Bur della Rizzoli che non costavano eccessivamente, mi accostai ai libri di lettura. Il primo libro che entrò in casa lo pagai 60 lire. Alla Befana mi feci regalare i 4 volumi di «Guerra e Pace» della serie economica della Mondadori. Quando incominciai a lavorare, per sopperire a quanto non ebbi da ragazzo, incominciai a comprare libri e ho diminuito l’acquisto negli ultimi anni, perché le tasse e la mancata perequazione della pensione hanno ridotto le nostre disponibilità. È vero che le novità editoriali hanno un prezzo elevato, ma se devo fare un regalo preferisco scegliere un libro anziché la solita maglietta. Anche ai miei nipoti consiglio di regalare, nelle varie occasioni, dei libri, ma non sempre vengo ascoltato.Annibale Antonelli



















































1 agosto 2025