Per la morte della primogenita Alice, la Corte ha pronunciato l’assoluzione «perché il fatto non sussiste»: secondo i giudici non esistono elementi probatori sufficienti per affermare che si sia trattato di un omicidio. Diversa la conclusione per la morte del piccolo Mattia, per la quale l’imputata è stata assolta per totale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti. La Corte ha riconosciuto che la donna fosse affetta da un grave disturbo psichiatrico tale da escludere completamente la responsabilità penale.
Pur assolta per entrambi i casi, Bortolotti non torna in libertà. I giudici hanno disposto per lei una misura di sicurezza detentiva: rimarrà nella Rems di Castiglione delle Stiviere per dieci anni, periodo dopo il quale la sua condizione verrà valutata ogni sei mesi per verificarne la pericolosità sociale. L’imputata, difesa dall’avvocato Luca Bosisio, non era in aula. Nella scorsa udienza il pm Maria Esposito aveva chiesto la condanna all’ergastolo.