La casa al Cairo di Tarek Shamma è un rifugio dell’anima.

Dal Cairo alla casa di famiglia di Tarek Shamma ci vuole mezz’ora di auto. Una distanza sufficiente per staccare la spina. I genitori del designer avevano comprato il terreno appena sposati, ma era molto lontano da Zamalek, dove era cresciuto, e per un po’ non ne fecero nulla. Shamma si era poi trasferito a Londra per studiare all’Architectural Association, ma durante una crociera in barca sul lago Nasser (nel sud dell’Egitto) con sua zia, aveva incontrato l’architetto libanese Antoine Maamari, anche lui studente all’AA. «Era molto più grande, ma era simpatico e cool, e un po’ eccentrico. Mi sono detto: “Ho trovato l’architetto”».

Soggiorno divani marroni con struttura in legno sedie sculture camino in pietra

Nella sala tv, la famiglia ha decorato il soffitto utilizzando vecchie porte. Il camino è in pietra locale. Le sculture che ritraggono il volto della nonna di Shamma sono di Mahmoud Mokhtar, i tavolini sono di Tarek Shamma.Foto Felix Speller

Un’architettura dalle linee pulite

Anche se Shamma attribuisce a Maamari tutto il merito di questo progetto, la famiglia desiderava una casa “appropriata”. Ovvero, spiega Shamma: «Essere consapevoli di dove ci si trova è un principio che mi sta molto a cuore». Costruire nella campagna egiziana offriva loro due opzioni: una casa in stile contemporaneo o qualcosa di più tradizionale. Hanno optato per un’architettura dalle linee pulite, interamente rivestita in marmi locali, Brescia e Galala, presenti anche all’interno. «Per i bagni abbiamo utilizzato il terrazzo, all’epoca poco comune. Ma nei colori locali», dice Shamma.