di
Luca Bertelli

Le confessioni a «Gurulandia»: «Max era un timidone, è stato Mauro a spronarlo. Fabio Volo leggeva così tanti libri che li ha finiti, per quello ha iniziato a scriverli lui, Gerry Scotti era in procinto di volare in America per uno stage aziendale quando lo chiamai per Radio Deejay».

Claudio Cecchetto ha molte storie da raccontare e non è mai banale quando affronta temi legati all’attualità. Nell’intervista al podcast “Gurulandia” si è espresso a 360 gradi sul mondo della musica (attuale e non solo), snocciolando giudizi e aneddoti anche sui tanti talenti che ha lanciato. Senza tirarsi indietro quando, ancora una volta, è stato messo davanti all’arcinota questione relativa ai rapporti incrinati con Max Pezzali e sulla serie “Hanno ucciso l’uomo Ragno” che non ha incontrato il suo gradimento, specie per le sfumature che hanno contraddistinto il suo personaggio.

Il primo spunto è arrivato dal giudizio sull’intelligenza artificiale e sul cambiamento in atto (non da oggi) nel mondo della musica: «Penso che ora si vada meglio di prima: non c’erano così tante possibilità per esprimerti e ti serviva “culo”, ora ci sono i talent e altre possibilità per emergere. Prima c’erano solo la radio e le discoteche, non c’erano alternative e questo eliminava anche la difficoltà di scegliere nell’abbondanza come avviene oggi. Intelligenza artificiale? Meno male, sono favorevole. Si è scettici ora come quando la mia insegnante di matematica era triste per l’invenzione della calcolatrice. L’AI viene comunque guidata da un uomo, sono le sue capacità a rendere il prodotto eccezionale«.



















































Max Pezzali e la serie: «Mai avuto il suv, non è una storia ma una leggenda. Mauro ha spronato Max a portarmi il provino»

Poi, eccoci alla domanda sulla serie legata agli 883. «Andava descritto un boss e l’hanno fatto da catalogo – ha detto – si parlava di provincia, io vengo da lì e li ho prodotti per questo. Nella serie si afferma il contrario. E non ho mai avuto il suv. Infatti non è la storia ma la leggenda, va bene così…». Poi, su Repetto e Pezzali: «Quando li portai a Castrocaro, Mauro suonava la chitarra e ebbi questa idea di fare qualcosa di unico e mai fatto: ossia che lui sostenesse il suo amico sul palco. Gli 883 devono ringraziare l’energia e l’entusiasmo di Mauro Repetto, Max era un timidone: è stato lui a spronare l’amico a portare il provino a me».

Poi, il radar è finito su Jovanotti: «Io mi annoio facilmente, se noto qualcuno che mi interessa quello è talento. Jovanotti saltava come un grillo da un angolo all’altro, a me piaceva mentre per gli altri era uno scalmanato. Anch’io ai miei tempi facevo casino rispetto ai deejay dell’epoca, venivo criticato ma poi fui seguito. Jovanotti è padrino di mio figlio, affettivamente gli sono legato. Abbiamo fatto tante cose belle insieme a parte Fantastico (lo fecero entrambi ma in edizioni diverse, ndr), però da quel momento lui ha capito che doveva fare il rapper ed è decollato: con le parole ci sa fare, le sue parole sono poesia».

«Fabio Volo ha iniziato a scrivere libri perché li aveva letti tutti, Gerry Scotti lavorava per un’agenzia di pubblicità: lo convinsi»  

Cecchetto ha avuto pensieri positivi anche per Fabio Volo e Gerry Scotti: «A Fabio Volo facevo i cazziatoni e lui mi ringraziava, era sveglio, lui sapeva comportarsi. Leggeva così tanti libri che li ha finiti, per quello ha iniziato a scriverli lui: così gli ho detto dopo i suoi primi successi. Gerry Scotti fu il primo dj della mia radio, lui era a Radio Milano International: stava lavorando per un’agenzia di pubblicità, era in procinto di volare in America per uno stage, lo convinsi a rinunciare. Senza di lui il mio progetto sarebbe stato più difficile».

Poi, una rivelazione sui talent show: «Lì c’è bisogno dello show, forse io ero pericoloso per quei format. Qualche abboccamento c’è stato, ma io avrei fatto il presidente di giuria, avrei fatto gruppo, loro invece cercano le individualità che si scontrano: interessano gli ascolti, ma meno male che esistono i talent show, sono un’occasione. Penso ai Maneskin, Emma…tanti sono partiti da lì”.

Infine, un’ultima analisi: «Sento parlare di record battuti, come per Ultimo che ha superato un record di Vasco Rossi. La verità è che le valutazioni si alzano sempre più nella musica come avviene per i calciatori, si gioca a dire che alcuni cantanti battano record ma è semplicemente inflazione. Non si compra più musica, così si acquistano i biglietti per i concerti, si investe nei live. Ai miei tempi si facevano i palazzetti, non gli stadi».            


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13 novembre 2025