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La frase cult di Dan Aykroyd e John Belushy: “Siamo in missione per conto di Dio”, nel film The Blues Brothers, sembra aver ispirato il futuro papa quando da seminarista, negli anni settanta, aveva scelto di travestirsi con occhiali scuri, cappello fedora in testa, per partecipare ad una festa. La curiosa fotografia d’epoca fa parte del repertorio di immagini che gli amici e i fratelli di Leone XIV hanno mostrato al team di Vatican News che nei mesi scorsi ha soggiornato a Chicago per realizzare la seconda parte del docufilm sulla vita del pontefice americano.
APPROFONDIMENTI
Leo di Chicago è stato diffuso questa settimana per celebrare i sei mesi dalla sua elezione e attraverso un filo conduttore molto personale e quasi intimista, racconta degli anni giovanili del Papa americano, le dinamiche dentro la sua famiglia, i rapporti con i fratelli, la rete degli amici d’infanzia e dei colleghi di seminario.
Il team giornalistico ha rintracciato John Snider, un pastore luterano che conosceva Prevost nel 1980 quando era un frate agostiniano di appena 25 anni. “Siamo andati al cinema, ricordo che era molto entusiasta che The Blues Brothers fosse uscito perché è stato girato a Chicago”, ha detto Snider. Salvatore Cernuzio, uno dei giornalisti che hanno lavorato al filmato ha spiegato di avere avuto l’opportunità di attingere ad una grande mole di materiale. La passione del Papa per il cinema, finora rimasta in penombra rispetto ad altri hobby (per esempio la palestra, i cavalli, il canto o il tennis) è emersa alla vigilia dell’incontro giubilare in Vaticano con il mondo del cinema, tra cui un gruppo di star di Hollywood. Cate Blanchett e Spike Lee, il regista sono in nomi più conosciuti. Se la scorsa settimana il Papa ha incontrato Robert De Niro, l’attore leggendario interprete di film come Mission, in questi giorni Prevost ha elencato i suoi film preferiti in assoluto: La vita è bella di Roberto Benigni, del 1997, La vita è meravigliosa, del 1946, Tutti insieme appassionatamente, del 1965, con Julie Andrews, e Gente comune, del 1980, conDonald Sutherland e Mary Tyler Moore. Una selezione che spazia tra epoche e generi diversi, ma unita da un filo comune: la forza dei sentimenti, della speranza e dell’umanità.
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