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La leadership di Volodymyr Zelensky è stata investita da uno dei più gravi scandali di corruzione dall’inizio del conflitto, con ripercussioni che, secondo l’analisi di The Spectator, potrebbero portare persino alle dimissioni del Presidente ucraino. Il terremoto politico in Ucraina si è scatenato dopo l’indagine e le conseguenti dimissioni dei ministri della Giustizia Galushchenko e dell’Enregia Grinchuk.


APPROFONDIMENTI

L’inchiesta si concentra su Tymur Mindich, un influente uomo d’affari e alleato politico ritenuto molto vicino al leader ucraino, ora indagato per gravi traffici illeciti.

L’Allarme di The Spectator e le mille ore di registrazioni

Il magazine britannico non usa mezzi termini per descrivere la crisi: Zelensky “sarà inevitabilmente costretto a rispondere a domande serie, poiché il sospetto ricade sui suoi stretti alleati politici e commerciali”.

Il timore è che sia imminente uno scontro istituzionale senza precedenti. Nell’articolo si avverte: «Sembra che stia per scoppiare una guerra su vasta scala tra le agenzie anticorruzione indipendenti e l’entourage più vicino a Zelensky. E le conseguenze probabilmente saranno terribili».

La bomba è esplosa grazie al lavoro del National Anti-Corruption Bureau of Ukraine (NABU), i cui agenti, durante le perquisizioni, hanno rinvenuto oltre mille ore di registrazioni audio delle conversazioni di Mindich con i suoi partner commerciali. Queste registrazioni sono particolarmente esplosive poiché, secondo quanto riferito, vi si menzionerebbe anche il nome dello stesso Presidente Zelensky.

Crisi di governo e infiltrazioni strategiche

Le indagini, condotte con il supporto della Procura specializzata anticorruzione (SAP), hanno stabilito i fatti relativi a “attività criminali di Mindich” risalenti al 2025. L’accusa principale è che l’uomo d’affari abbia esercitato una forte influenza su settori nevralgici dello Stato, in particolare quello dell’Energia e della Difesa.

La crisi di governo si è immediatamente manifestata con le dimissioni a catena. Il Primo Ministro Sviridenko ha infatti reso noto che dopo l’addio del Ministro della Giustizia Galushchenko, è pervenuta anche la lettera di dimissioni del Ministro dell’Energia Grinchuk, entrambi ritenuti vicini a Mindich.

Per il momento, la posizione meno esplicitamente compromessa rimane quella del Ministro della Difesa Umerov, anch’egli citato nell’inchiesta. Umerov si trova attualmente in Turchia e Medio Oriente, dove ufficialmente è impegnato a definire nuovi scambi di prigionieri, nonostante Kiev abbia in precedenza riferito di aver interrotto ogni negoziato con la Russia.

L’opposizione invoca un “governo di salvezza nazionale”

L’esplosione dello scandalo ha dato il via a una forte reazione politica. Già lo scorso 10 novembre, il giorno in cui si è manifestato pubblicamente uno dei più grandi scandali di corruzione che coinvolge persone vicine a Zelensky, il partito di Petro Poroshenko, “Eurosolidarnost”, ha annunciato l’avvio della procedura di richiesta di dimissioni dell’intero Consiglio dei Ministri, definito “non professionale e corrotto”.

Il partito di opposizione ha rincarato la dose sostenendo che “l’Ucraina non ha mai visto così tanti flussi di denaro nelle mani di una sola persona“, riferendosi alle perquisizioni nei confronti di Mindich, e ha auspicato la rapida “formazione di un governo di salvezza nazionale” per affrontare la crisi istituzionale.


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