La Movistar si conferma sui livelli dello scorso anno, conquistando un successo in più, 9 contro gli 8 del 2024. Globalmente però i punti raccolti sono molti meno (sotto la soglia dei 10mila, superati invece la scorsa stagione), anche a causa dell’infortunio che ha colpito il suo capitano nel bel mezzo della stagione. La formazione spagnola ancora una volta ha mostrato la sua capacità di puntare su giovani talentuosi, ma anche le difficoltà nel rivaleggiare con le squadre più attrezzati, finendo anche dietro ad alcune realtà Professional nella classifica annuale. È mancata inoltre una vittoria di tappa in un Grande Giro, che avrebbe potuto dare un sapore diverso all’intera stagione, sfuggita di poco soprattutto nella corsa di casa.
TOP
Tra i migliori non può mancare Iván Romeo, classe 2003, che ha conquistato i suoi primi successi da pro. Sin dall’inizio della stagione si è ben comportato, posizionandosi sempre tra i migliori nelle classifiche dedicate ai più giovani nelle corse di più giorni. Un secondo posto alla Volta Valenciana, dove ha vinto la sua prima gara, il primo all’UAE Tour e sesto alla Parigi-Nizza poi confermati nel proseguo della stagione. In vista del Tour de France, dove si è messo in mostra nella cronometro della quinta tappa (7 posto), ha partecipato al Giro del Delfinato cogliendo la vittoria nella terza tappa e un podio nel prologo della Giro di Romandia. Questi sono stati forse i mesi migliori della sua stagione, visto che qualche settimana più tardi ha conquistato il titolo di campione nazionale.
Javier Romo è stato abbastanza costante in tutta la stagione, cogliendo anche due importanti podi nella corsa di casa, la Vuelta. Si è piazzato alle spalle di Ayuso nella dodicesima tappa, cedendo solo in volata, mentre nella decima tappa ha conquistato il terzo gradino del podio. Proprio alla Vuelta è stato poi protagonista, suo malgrado, di una caduta, dovuta a un invasore di strada, che lo ha poi costretto al ritiro. Importante, per lui e per la squadra, è stata anche la prima vittoria stagionale, fatta registrare al Tour Down Under (gara World Tour).
Orluis Aular, fresco di rinnovo fino al 2028, e campione venezuelano, sia a cronometro sia nella gara in linea, si è guadagnato la conferma anche grazie a un’ottima Vuelta a España. Terzo nella tappa inaugurale sull’arrivo di Novara, ha bissato il risultato nella 19esima tappa. Il miglior piazzamento però è stato il secondo posto nella volata di Monforte de Lemos, alle spalle del solo Pedersen. Nell’arco di tutta la stagione, comunque, è stato spesso utile alla causa, considerando anche i diversi piazzamenti ottenuti al Giro d’Italia: gli si chiedeva di “fare punti” e il compito è stato svolto.
In una stagione contrassegnata per la squadra spagnola dai tanti ritiri nei Grandi Giri, il miglior risultato in questo contesto è arrivato con Einer Rubio, che ha raggiunto l’ottavo posto al Giro d’Italia, corsa in cui ha privilegiato la regolarità rispetto agli attacchi in montagna. Il colombiano è stato poi schierato anche al Tour, dove ha cercato di cambiare ruolo, dedicandosi alla caccia alle tappe: in questo caso, la missione non è riuscita e il miglior risultato è stato il quinto posto arrivato in cima al Col de la Loze.
Carlos Canal ha portato a termine un’annata da specialista del piazzamento, infilandosi per 11 volte fra i primi 10 delle varie classifiche, di giornata e finali. Il secondo posto alla Coppa Agostoni lo ha lasciato deluso, perché lo spagnolo sperava di tramutare l’ennesimo piazzamento nel primo successo della carriera. Le prospettive per lui sembrano comunque buone, anche perché sta completando la sua maturazione in corridore d’attacco e di fondo, caratteristiche che potranno fare la differenza in futuro. Chi è invece riuscito a vincere è stato Jon Barrenetxea, altro atleta che sa tener duro nei finali difficili e veloci: il successo nell’ultima della Vuelta Andalucia è stato un momento importante e anche il podio conquistato alla Eschborn-Frankfurt (gara WorldTour) ha rappresentato una soddisfazione.
È andato in crescendo il rendimento di Lorenzo Milesi. Da luglio in poi il giovane bergamasco ha fatto incetta di piazzamenti, fra Giro di Vallonia, Giro del Belgio e Classiche autunnali italiani, dando dimostrazione di un talento che può essere rispettabile anche fra i professionisti, dopo gli splendori fatti vedere a livello giovanile. Cose discrete le ha fatte vedere Iván García Cortina, nono al Giro delle Fiandre e capace di mettere il sigillo del vincitore in una tappa della Vuelta Asturias. Il grosso della sua stagione si è poi concentrato fra Tour e Vuelta, dove però non è andato il quinto posto nella tappa inaugurale della corsa di casa.
Segnali positivi li ha lanciati Pablo Castrillo, molto atteso dopo le prove scoppiettanti firmate nel 2024 con la maglia della Kern Pharma. Con i nuovi colori si è dedicato spesso, probabilmente su invito della squadra, alle classifiche generali delle brevi corse a tappe, piazzandosi a UAE Tour, Parigi-Nizza e Giro di Svizzera. Gli sono poi toccati il Tour (anonimo) e la Vuelta, dove solo Jay Vine lo ha privato di un successo di tappa e che non lo ha visto però arrivare a Madrid, causa ritiro alla 13esima tappa. Annata di grande generosità per Natnael Tesfatsion, protagonista di buone prestazioni soprattutto nell’autunno italiano: l’eritreo è stato terzo al Memorial Pantani, 11esimo al Gran Piemonte e 12esimo al Trofeo Matteotti in una stagione in cui si è fatto notare anche al Giro di Vallonia (sesto nella classifica finale), al Gp di Vallonia (ottavo) e alla Surf Coast Classic, chiusa con la quinta moneta di giornata.
Qualche sussulto positivo per il 20enne colombiano Diego Pescador, alle primissime esperienze fra i “grandi” e comunque capace di raccogliere alcuni piazzamenti ragguardevoli in brevi corse a tappe del calendario spagnolo. Gregor Mühlberger si è visto pochissimo, ma è riuscito a portare a termine il Tour de France con una classifica dignitosa (18esimo e migliore della squadra), raccogliendo poi qua e là qualche altro piazzamento appena discreto. Jefferson Alveiro Cepeda è rimasto poi lontano dalle punte toccate nel 2024, ma è stato uno dei corridori più visibili: l’ecuadoriano aveva iniziato bene (piazzato nelle generali della Volta Valenciana e della O Gran Camiño), ma il suo rendimento è andato poi a scendere, nonostante i tentativi di fuga messi in atto fra Giro d’Italia (sesto nella tappa di Brentonico) e Vuelta a España.
Nel “limbo” dei corridori importanti, che però non hanno fatto quel che ci si poteva attendere da loro, anche per via di guai fisici, ci finisce Enric Mas. Il maiorchino, pur non avendo conquistato nessuna vittoria (e il digiuno si allunga, dato che ormai dura dal 2022), è risultato il miglior corridore nella squadra per punti conquistati, sebbene la sua stagione sia finita anzitempo con il ritiro al termine della 17esima tappa del Tour de France a causa di una tromboflebite alla gamba sinistra, che gli poi ha impedito di partecipare alla Vuelta e di raccogliere quella quantità di punti UCI che avrebbe potuto cambiare in meglio i connotati della stagione dei “telefonici”. Nella sua annata ci sono comunque il terzo posto nella classifica generale della Volta a Catalunya e il secondo al Giro dei Paesi Baschi, oltre che il settimo al Giro del Delfinato.
+++ Iván Romeo
++ Javier Romo
+ Orluis Aular
FLOP
Ci si aspettava forse qualcosa di più da Fernando Gaviria, visto l’inizio di stagione abbastanza pimpante. Il colombiano però non ha mai calcato palcoscenici importanti (non ha partecipato a nessuno dei Grandi Giri), è non è riuscito a cogliere però nessun podio in stagione, pur affrontando corse che gliene davano la possibilità, sia per quel che riguarda i percorsi che considerando la concorrenza presente. Non confermato dalla squadra, è ora alla ricerca di un contratto.
Nairo Quintana, fresco invece di rinnovo per un’altra stagione, è ormai, da tempo, lontano dai fasti del passato. Se lo scorso anno era riuscito a mettersi comunque in mostra conquistando il podio nella tappa del Giro 2025 di Livigno, questa è stata una stagione senza acuti, anche se questo era l’obiettivo della sua partecipazione al Giro d’Italia, chiuso al 25esimo posto della classifica generale. Il sesto posto alla Vuelta a Murcia di febbraio rimane il suo miglior risultato stagionale.
Era molto atteso a una conferma ad alto livello Pelayo Sánchez, che però è stato uno dei corridori meno visibili di tutto l’anno. In pratica, lo spagnolo, alle prese con una condizione mai efficace, ha inanellato ritiri, non riuscendo a ritagliarsi quegli spazi in cui invece si era mosso molto bene nel 2024. La speranza sarà quello di rivederlo pimpante nella prossima stagione, anche perché la squadra gli ha dimostrato grande fiducia, mettendolo sotto contratto fino al 2028.
Davide Cimolai si è messo al servizio della causa di squadra, ma non è stato coinvolto in alcuno dei tre Grandi Giri e non è riuscito a sfruttare le occasioni a disposizione, dividendosi fra servizi per i compagni e tentativi sul piano individuale. Qualcosa in più ha raccolto Davide Formolo, per il quale però il ruolino di marcia cita i settimi posti di Gran Premio Castellón e Prueba Villafranca come giornate migliori, sul piano del rendimento finale. Il veronese ha comunque ancora la grinta per provare a tenere botta, soprattutto nelle corse di un giorno, ed è lecito aspettarselo nuovamente battagliero nella prossima annata. Prossima annata che non vedrà in squadra Ruben Guerreiro: dopo i problemi fisici accusati fra 2023 e 2024 il portoghese fatica a tornare al suo livello e i quattro noni posti ottenuti nell’arco del 2025 non hanno convinto la scuderia spagnola a puntare ancora su di lui per il futuro a breve termine.
Will Barta ha provato a sfruttare le sue qualità di pedalatore da fughe, ma questa volta il grande risultato non è arrivato, anche se il sesto posto nella tappa del Tour di Vire Normandie, una delle più spettacolari, rimane comunque apprezzabile. L’impegno non è mai mancato, ma il piatto della bilancia rimane abbastanza scarno, pur volendo includere il 15esimo posto finale alla Parigi-Nizza. Annata anonima poi per il danese Mathias Norsgaard, che non è stato attivo nelle Classiche del Nord, che dovrebbero essere il suo campo d’azione prediletto,o e che di fatto non si è mai visto neppure nelle altre corse affrontate. Nessun guizzo neppure per il portoghese Nelson Oliveira, rimasto molto spesso nelle retrovie del gruppo e non brillante neppure nella sua specialità primaria, quella delle cronometro.
Qualche tentativo di attacco, senza effetti particolari, va a comporre il riassunto stagionale di Michel Heβmann, che ha provato a rilanciare il suo percorso dopo la vicenda-doping che lo aveva visto coinvolto nei mesi precedenti. Poco da segnalare per Jorge Arcas, Antonio Pedrero e Gonzalo Serrano, spesso utilizzati per il lavoro oscuro, ma, in ogni caso, mai in grado di farsi notare nelle fasi caldi di una corsa, di qualsiasi livello. Albert Torres ha dalla sua l’impegno profuso per portare a termine il Giro d’Italia, ma per lui, così come per Manlio Moro, i chilometri percorsi su strada non hanno portato a particolari soddisfazioni. Ben diverso, per Torres, il discorso legato alla pista, dato che lo spagnolo ha vinto il titolo dell’Omnium ai Mondiali di Santiago del Cile.
– Pelayo Sánchez
— Nairo Quintana
— Fernando Gaviria
Classifica UCI
La Movistar chiude la stagione al 15esimo posto, un po’ più indietro rispetto al 13esimo posto raccolto a fine 2024 e rimanendo sotto la soglia dei 10mila punti, sempre superata invece nell’ultimo triennio. Un totale maturato in questi termini anche a causa dei pochi acuti vittoriosi raggiunti in stagione, oltre che degli “zero” raccolti da Enric Mas nelle classifiche generali di Tour e Vuelta. Di seguito i 20 corridori che hanno contribuito alla raccolta dei punti UCI nell’arco del 2025.
Miglior Momento
Le vittorie non sono state tante e, fra quelle arrivate, quelle di livello WorldTour hanno raggiunto la non invidiabile quota di due. Uno di questi, però, è stato di pregevolissima fattura, dato che Iván Romeo è stato capace di finalizzare nel migliore dei modi un attacco da lontano al Giro del Delfinato. Il giovane spagnolo è uscito vincente da una fuga di enorme valore (c’erano Mathieu van der Poel, Florian Lipowitz ed Eddie Dunbar, fra gli altri), riuscendo a staccare tutti nel finale e involandosi verso il traguardo di Charantonnay. Quel successo diede a Romeo anche la possibilità di indossare la Maglia di capoclassifica, ceduta però 24 ore dopo.
Volate – 5.1
Classiche – 3.8
Grandi Giri – 5.5
4.8
Il raccolto dei “telefonici” è stato abbastanza scarno, anche se qualche vittoria pesante, su scala WorldTour, è arrivata. Fra Grandi Giri e Classiche più importanti, però, la squadra spagnola di fatto si è vista pochissimo, anche per via del problema fisico che ha costretto Enric Mas a fermarsi nel momento più caldo della sua stagione. Qualche segnale positivo è arrivato da corridori giovani, ma per occupare uno spazio significativo nelle gare più prestigiose del futuro prossimo servirà ben di più.
User Rating:
Be the first one !
