Shawn Levy, coinvolto come regista e produttore, ha anticipato che il finale di Stranger Things è un vero e proprio “capolavoro” dei fratelli Duffer.
Shawn Levy ha accompagnato il successo di Stranger Things come regista e produttore e ha descritto il finale dei fratelli Duffer “un capolavoro”. Altissima è l’aspettativa dei fan per questo ultimo capitolo ambientato ad Hawkins e diviso in tre parti, in partenza dal 27 novembre 2025 per proseguire poi il 26 dicembre 2025 e concludersi con la terza ed ultima parte il 1° gennaio 2026. A detta di Levy, i fratelli Duffer hanno chiuso egregiamente il cerchio.
Stranger Things, Shawn Levy definisce l’ultimo episodio della serie “un capolavoro”
Da tempo, gli ideatori di Stranger Things hanno ribadito in diverse occasioni che la quinta stagione sarebbe stata l’ultima. Avendo preso questa decisione, hanno costruito un finale definitivo per i loro giovani protagonisti, di ritorno ad Hawkins per la battaglia finale contro Vecna, il leader del Sottosopra con un conto in sospeso con Undici e i suoi amici. Con un ciclo di episodi diviso in tre parti, Netflix si prepara a salutare una delle sue Serie TV di maggiore successo e Shawn Levy, che di recente è riapparso al cinema come regista di Deadpool & Wolverine, ha condiviso il proprio parere sul finale di serie, dipingendolo come “un capolavoro” dei fratelli Duffer. Ai microfoni di Collider, si è lasciato scappare quanto segue:
Dopo aver visto la versione finale dell’episodio finale dell’ultima stagione di Stranger Things, posso dire che è un capolavoro. I Duffer hanno fatto centro. Quindi, voto perfetto 10 su 10. E so che sembra che stia promuovendo la mia serie, ma lo dico con grande deferenza e immenso rispetto per Matt e Ross, che hanno scritto e diretto quell’episodio finale. Ed è così profondamente appagante e commovente. Devo dire che mi ha distrutto.
Nel corso dell’intervista, Shawn Levy ha riflettuto anche su serie tv di successo il cui finale ha deluso profondamente le aspettative, com’è accaduto ad esempio con Il Trono di Spade: “I finali di serie tv che ci hanno deluso nel corso degli anni è un argomento che ho affrontato con Matt e Ross, perché sono strazianti. Quando investi nei personaggi e nella storia per tanti anni della tua vita e poi alla fine di deludono perché sono insensibili a ciò che ti ha portato a quel momento o sleali allo spirito che ti ha fatto amare quella narrazione, è una delusione così amara che ti rimane dentro”. Il regista e produttore ha poi precisato che terminare Stranger Things nel modo giusto è stata una missione durata un decennio: “Una cosa di cui i Duffer hanno sempre parlato con me è il gergo che hai appena usato: ‘atterraggio perfetto’. È qualcosa di cui parlano da 10 anni, per ogni episodio dalla prima stagione, per ogni finale di stagione e ora per il finale di serie. Quindi è qualcosa di cui parliamo con i film che amiamo e odiamo. Essere perfetti è fondamentale. Molti peccati vengono dimenticati e perdonati se si riesce a essere perfetti. Non nominerò i film in cui questo vale, dove la parte centrale è flaccida e imperfetta, ma ragazzi, se sono perfetti, è quello che ti porti dietro. È sempre stato un mandato non negoziabile – un mandato autoimposto – essere perfetti”.
L’ultimo episodio, della durata di quasi due ore, rappresenta il grande addio ad una serie tv che ha definito l’era dello streaming, motivo per cui era indispensabile che fossero i fratellli Duffer a dirigere e scrivere personalmente il tutto. Levy, che in genere dirige terzo e quarto episodio per ogni stagione di Stranger Things, ha ammesso che a causa di Deadpool & Wolverine ha apportato delle modifiche alla sua tabella di marcia: “Il mio impegno per Deadpool & Wolverine mi ha impedito di dirigere gli episodi 3 e 4 come faccio sempre. Quindi, all’improvviso, mi ritrovo a dirigere l’episodio 6, il che è stata una fortuna per me perché quell’episodio – quella sceneggiatura – era fantastico. Roba pazzesca, grande, complicata, ma molto appagante”. Il settimo episodio, poi, ha offerto ai Duffer e a Shawn Levy una nuova opportunità: condividere la regia: “È diventato chiaro che, ok, loro non hanno tempo per fare tutto, io non ho tempo per fare tutto. Quindi abbiamo deciso, sai cosa? Sono 10 anni di questa fratellanza. E se ci dividessimo la regia? Alla fine abbiamo diretto metà di quell’episodio e condiviso i meriti. E sarò onesto con te, c’è qualcosa di bello e giusto per noi vedere i nostri nomi su quella scheda di regia, perché è stata proprio questa fratellanza di collaborazione per molti anni. E sono entusiasta che sia andata così”.