voto
7.0

  • Band:
    SEASON OF THE DEAD
  • Durata: 00:34:15
  • Disponibile dal: 14/11/2025
  • Etichetta:
  • Time To Kill Records

Streaming non ancora disponibile

Non è che ci volesse chissà quale immaginazione per prevedere che il discusso (per alcuni discutibile) “Moribundis Grim” uscito a nome Necrophagia l’anno scorso potesse avere dei seguiti più o meno ufficiali, sia in sede live che su disco. Per chi se lo fosse perso, in sostanza “Moribundis Grim” è stato un prodotto postumo dei Necrophagia che comprendeva materiale vario mai pubblicato prima.
Alla regia del disco, oltre alla Time To Kill in veste di produzione, risultavano Titta Tani (batterista della storica band americana dal 2002 al 2010) e John McEntee (cantante e chitarrista degli Incantation, nonchè amico del compianto Killjoy, cantante dei Necrophagia scomparso nel 2018), più tutta una serie di ex membri dei Necrophagia. Il risultato è stato interessante, magari un po’ scarno, ma almeno per i completisti non si è trattato di un’opera troppo compendiosa.
Meno di un anno dopo, Season Of The Dead riparte con molti degli stessi attori coinvolti: nuovamente Time To Kill, nuovamente Titta Tani e John McEntee. Killjoy e i Necrophagia non sono ovviamente coinvolti da questo punto in poi, ma sicuramente lo spirito è molto vicino, trattandosi di death metal piuttosto grezzo e diretto, con tematiche horror anni Settanta e Ottanta.

E’ Romero, infatti, stavolta il mentore spirituale (ma spunta anche Fulci, manco a dirlo), con ovviamente il suo concept con gli zombi. Siamo sempre molto guardinghi quando si tratta di operazioni di questo tipo ma, dopo alcuni ascolti, l’impressione di uno sterile progetto creato in studio svanisce in favore di qualcosa di sicuramente ancora incompiuto ma con del potenziale.
Se da un lato la formazione che, oltre a Titta Tani, include Fiore Stravino (Fulci), John McEntee e Chuck Sherwood (Incantation), Dave Neabore (Dog Eat Dog) e Giacomo Anselmi (ex Goblin, Goblin Legacy) offre davvero l’idea di un disco lontano dall’idea di sala prove e band ‘reale’, le composizioni poi risultano piacevoli, grazie soprattutto al lavoro di synth e tastiere, capaci di richiamare la musica che ha caratterizzato certa cinematografia horror, ampliandone le potenzialità cinematiche.
Sopra a questo tappeto, costante ma non uniforme (anche se sempre meritorio) quello che rimane è del death spesso primordiale ma ben registrato.
“Voodoo Ritual”, cantata da Fiore Stravino, è Necrophagia al 100% con qualche arricchimento Obituary, tanto per gradire. Più tirate ma anche più melodiche e meno scontate sono invece “Then We’ll Rise” e “Events Of Flesh”, sempre sostenute dai tappeti di synth che danno davvero un po’ di respiro. Stesso discorso si può fare per l’intro “Into Necromancy” e certe parti di “The Other Side”, suggestive al punto giusto. Da citare pure “Burning Moon Sickness”, forse la più interessante per la sua parte doomish.

Siamo davanti ad un disco di facile fruizione, con solo trentacinque minuti totali per il debutto dei Season Of The Dead, ma in definitiva piacevoli. Capolavoro? No di certo, ma un primo mattone di un percorso che potrebbe avere un suo perché. Speriamo quindi non sia un capriccio momentaneo di prolifici musicisti di mezza età, perché sarebbe un peccato.