I controlli ambientali per monitorare la diffusione del virus West Nile in Campania vengono effettuati dai dipartimenti di prevenzione delle Asl, dai Servizi veterinari pubblici territoriali e dell’Istituto Zooprofilattico di Portici. «Effettuiamo esami sulle zanzare tramite apposite trappole, sugli uccelli selvatici, serbatoio primario del virus e sui cavalli, per i quali non tutti sanno che esiste un vaccino.

APPROFONDIMENTI

Abbiamo individuato un cavallo positivo presso il Centro di incremento ippico regionale di Santa Maria Capua Vetere, struttura che già lo scorso anno fu interessata dalle infezioni equine. Per i cavalli tuttavia esiste un vaccino». A parlare è Claudio De Martinis (nella foto), dirigente veterinario, virologo responsabile dell’unità di Malattie esotiche e trasmesse da Insetti vettori dell’Istituto Zooprofilattico di Portici.

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Il vaccino contro West Nile esiste solo per i cavalli?
«I vaccini contro il virus West Nile sono ormai una realtà consolidata per gli equidi. Sono disponibili diversi prodotti autorizzati, in particolare vaccini inattivati e ricombinanti, che stimolano una risposta immunitaria efficace e proteggono gli animali dalle forme neurologiche della malattia. Riconoscere e contrastare il virus prima che possa causare sintomi gravi, come encefalite o atassia è molto utile. La vaccinazione è particolarmente raccomandata nelle zone endemiche o dove si osserva una recrudescenza stagionale del virus, inoltre è utile coprire gli equidi prima della loro movimentazione all’aperto».

E per l’uomo a che punto siamo?
«Per quanto riguarda l’uomo al momento non esiste ancora un vaccino approvato, ma sono in corso sperimentazioni promettenti».

Quanto manca alla sua approvazione?
«Negli Stati Uniti hanno sviluppato candidati vaccini a dna e vettori virali, alcuni dei quali hanno superato la fase 1 di sperimentazione clinica. Anche in Europa si stanno studiando piattaforme vaccinali innovative, come quelle basate su virus inattivati o subunità proteiche».

E dunque?
«La disponibilità di un vaccino umano dipenderà dai risultati di questi trial in corso ma l’aumento critico dei casi in Europa rende questo obiettivo sempre più prioritario e la comunità scientifica si sta muovendo in tal senso finanziando gli studi per accelerare le procedure».

Il virus tramite le zanzare può infettare anche altri animali?
«Si, può colpire diverse specie tra cui uccelli mammiferi e anche cani e gatti ma questi raramente sviluppano sintomi gravi. I cavalli sono particolarmente sensibili e sviluppano sintomi evidenti come febbre, debolezza e problemi neurologici. Gli uccelli e i cavalli morti non vanno rimossi e bisogna chiamare i servizi delle Asl per indagini del caso».

In attesa del vaccino e di una cura efficaci per prevenire cosa bisogna fare?
«Per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare impedendo che possano riprodursi facilmente usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto, usando delle zanzariere alle finestre, svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante, cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate».