Cosa vuol dire avere un padre come Gianni Morandi e crescere da figli d’arte? Ne sanno qualcosa Marianna e Marco, che interpretano loro stessi nella commedia “Benvenuti a Casa Morandi”, in cui raccontano una vita nata e immersa nella creatività più prolifica, tra canzoni famose, film di successo, rotocalchi e ospitate in tv.

Con la partecipazione di Marcello Sindici, lo spettacolo, scritto dai protagonisti insieme ad Elisabetta Tulli e a Pino Quartullo, che cura anche la regia, narra la “loro versione dei fatti”: una memoria ricca di aneddoti e ricordi esilaranti condivisi con papà Gianni, sempre troppo pignolo, mamma Laura, alquanto eccentrica e Tata Marta, testimone della loro vita fin da principio. In scena fratello e sorella si ritrovano a svuotare la casa della loro tata (per 50 anni a casa Morandi) che è passata a miglior vita e scoprono che questa donna li ha talmente amati da aver conservato giocattoli, ricordi, quaderni e addirittura ricostruito la loro cameretta.

Nostalgia, sorprese e risate si alternano nel cercare in casa qualcosa di molto importante. A tutto questo si aggiunge un traslocatore, ex ballerino, che si invaghisce di Marianna e che sarà difficile da contenere. Una commedia divertente e romantica che parla in maniera ironica della loro vita: un viaggio nel loro passato ma anche in un presente pieno di domande, dubbi, (in)certezze e incursioni telefoniche di papà, mamma e figli sempre pieni di richieste. Marianna dopo tanto tempo passato a fare la madre torna a recitare sollecitata amorevolmente, sia nella realtà che nella finzione, dal fratello Marco, che da anni alterna la sua attività di cantante e attore a quella di padre.

Benvenuti a casa Morandi”, in tournée da giovedì 13 novembre fino ad aprile 2026 (dal 9 al 26 sarà in scena a Roma al Teatro Manzoni) è una commedia sincera, farcita di musica ed episodi divertenti. Un atto unico in cui ridere e riconoscersi.


Com’è scrivere il copione della propria vita?


Marianna: «È stato molto divertente ma ci è voluto un po’, è sembrata un po’ una seduta psicoanalitica (ride). Non era facile sintetizzare oltre cinquant’anni di vita in uno spettacolo di un’ora e mezza, abbiamo dovuto scegliere gli aneddoti più singolari della nostra famiglia».


Marco: «Si è trattato di un esperimento nuovo, una specie di reality show portato in teatro: non è facile trovare due autori che scrivono la loro storia e la interpretano sul palcoscenico, raccontando fatti realmente accaduti».


Un aneddoto di casa Morandi


Marco: «Il primo spettacolino teatrale che abbiamo realizzato io e Marianna da bambini, che non ha accolto il favore del pubblico (i nostri genitori e tata Marta, zia e nonna). Abbiamo dovuto restituire l’incasso perché “le cose o si fanno bene o non si fanno per niente”: questo è anche l’emblema di tutto lo spettacolo, l’aneddoto che fotografa bene questa famiglia particolare, di due genitori che lavorativamente parlando hanno una rigidità inaspettata».


Marianna: «Con questo episodio, che rimanda a quando avevo nove anni e Marco quattro, forse i nostri genitori ci volevano dire fin da subito che questo lavoro va fatto seriamente, qualora avessimo voluto intraprenderlo, temevano forse che potessimo prenderlo troppo alla leggera: sono stati molto rigorosi dal punto di vista professionale ed effettivamente ne avevano ragione».


Il ricordo d’infanzia più caro


Marco: «Le trasferte della Roma in Coppa dei Campioni nel 1983 con papà, che mi portò a Sofia e a Berlino a vedere la squadra del cuore, eravamo tutti e due molto tifosi in quegli anni.

Allora il Bologna era molto giù, in serie C, quindi in qualche modo tifava Roma insieme a me che ero molto appassionato».

Marianna: «Il giorno della nascita di Marco: ero in clinica, a quei tempi non si sapeva se il nascituro sarebbe stato femmina o maschio e quando annunciarono il sesso, ricordo tata Marta in corridoio con me che saltellava, festeggiando il fatto che finalmente fosse arrivato il maschietto tanto desiderato. Rammento ancora la gioia dei miei genitori».


La canzone che più vi ha accompagnati negli anni della vostra vita


Marco: «Sono legato a “Sei forte papà”, che in realtà è da ricondurre a Marianna. Affettivamente invece a “Varietà”, il brano con cui ho iniziato a suonare la chitarra, del 1988, mentre prima mi dedicavo esclusivamente al violino».


Marianna: «”Vita”, con Lucio Dalla: mi ricorda un periodo particolare della nostra vita».


Ma la mamma, vi mandava a prendere il latte?


Marianna (ride): «Eccome! Teneva molto che imparassimo a fare le cose da soli: ci mandava a fare la spesa, a scuola con l’autobus, anche se io mi perdevo sempre nel rione di Trastevere, dove si trovava il supermarket».


Marco: «”Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” è un brano che papà ha cantato per la prima volta a sedici anni e che oramai è eterno, lo abbiamo anche inserito e riadattato al nostro spettacolo».


Marianna, con questa commedia inauguri il ritorno sulle scene oppure la vivi come un’occasione unica?


«Il primo istinto è stato dettato dall’amore e dalla voglia di realizzare qualcosa insieme a Marco. Quando mi ha chiesto di lavorare a questo spettacolo, ero ferma da molto tempo ma l’occasione di fare qualcosa con lui mi è sembrata imperdibile, unica, e sarebbe stato impossibile per me, dal punto di vista affettivo e professionale, dire ‘no’. Ne è nata una scommessa che si è rivelata un successo: l’impostazione che avevo dato alla mia vita quando frequentai l’Accademia d’Arte Drammatica mi è tornata utile e mi sento anche un po’ a casa facendo questo lavoro».


Marco, tu canti e reciti: ti senti un po’ l’erede artistico di papà?


Marco: «Sinceramente no».


Se entrambi doveste designarne uno, chi sarebbe?


Marianna: «Non c’è. Papà è irripetibile nella sua determinazione, professionalità, rigore, studio».


Marco: «Papà comprende troppe cose: storia, costume, cultura, generazioni: va oltre le canzoni, è impossibile rintracciare un erede».


Se doveste descriverlo con un aggettivo?


Marianna: «Caparbio».


Marco: «Unosumillecelafa, tutto attaccato (ride)».




Ultimo aggiornamento: giovedì 13 novembre 2025, 22:02





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