L’allarme è stato lanciato dal think tank indipendente americano Isw (Institute for the Study of War): «I milblogger russi stanno organizzando una campagna informativa concertata che annuncia prematuramente la caduta di Pokrovsk». I milblogger sono i blogger che si occupano di guerra e quelli fedeli al Cremlino stanno da giorni dando per presa Pokrovsk, cittadina chiave del Donetsk che aveva 60mila abitanti prima della guerra e che rappresenta un hub logistico chiave per gli ucraini. Sempre secondo l’analisi di Isw «ci sono prove per valutare che le forze russe hanno occupato circa il 46 per cento di Pokrovsk e il 10 per cento di Myrnohrad». Avendo ben chiare queste avvertenze, resta però evidente che l’esercito di Putin sta avanzando dentro la città e Myrnohrad è un’altra città del Donetsk in cui i combattimenti sono feroci, un’altra direttrice chiave per i russi. Anche a Zaporizhzhia, più a Sud, sono giorni drammatici per gli ucraini che stanno pagando l’inferiorità numerica di soldati in campo. Il capo di stato maggiore dell’Ucraina, Oleksander Syrskyi, ieri ha descritto in questo modo lo scenario: «Nonostante non si parli ancora di controllo russo su Pokrovsk, la città è un obiettivo chiave per Mosca con il più alto numero di assalti giornalieri e una significativa concentrazione di forze». Secondo l’Isw «le truppe russe probabilmente faranno crollare la sacca attorno a Pokrovsk e Myrnohrad, ma l’importanza della conquista dipenderà dalle circostanze e dalla condotta del ritiro ucraino». Il New York Times ha rilanciato una riflessione cruciale: «Il dilemma dell’Ucraina mentre Pokrovsk vacilla: salvare vite o continuare a resistere?».
DECISIONI
In questo quadro angosciante, s’inseriscono le dichiarazioni di Zelensky che affida all’esercito la decisione finale. Per Kiev sono settimane critiche non solo sul campo, ma anche per le ripercussioni sul morale della cittadinanza dell’inchiesta sulla corruzione (un grande male da cui l’Ucraina non riesce a guarire). Il presidente spiega in un’intervista a Bloomberg: «La decisione su cosa fare a Pokrovsk spetta ai militari. Nessuno li costringe a morire per il bene delle rovine. Sosterrò i nostri soldati, soprattutto i comandanti che sono lì, nel modo in cui possono controllare la situazione. Altrimenti è troppo costoso per noi: la cosa più importante sono i nostri soldati». Secondo Zelensky la Russia punta alla vittoria a Pokrovsk per convincere il presidente Trump che «l’Ucraina deve ritirare le sue truppe da tutto il Donbass orientale per porre fine alla guerra». Aggiunge: «Non possiamo abbandonare l’Ucraina orientale. Nessuno lo capirà, la gente non lo capirà. Nessuno garantisce che se i russi conquistano questa o quella città, non avanzeranno oltre. Non c’è deterrente». Analisi di Syrskyi: «La situazione in prima linea rimane difficile. I combattimenti più feroci continuano nelle zone di Kupyansk, Lyman, Siversk, Kostyantynivka, Pokrovsk, Myrnohrad e Huliaipole». Nella conversazione con Bloomberg il presidente ucraino ha anche ribadito il pericolo che, secondo la sua valutazione, corre l’Europa: Putin non si fermerà all’Ucraina. «Quando guardiamo alle industrie militari russe, vediamo che stanno aumentando la loro produzione. Vogliono una grande guerra: si stanno preparando per essere in grado, nel 2029 o 2030 di iniziare una guerra di questo tipo. Sul continente europeo. Consideriamo questa una vera grande sfida». Zelensky è stato nella regione di Zaporizhzhia dove ha incontrato i militari. Proprio in quell’area, secondo l’Isw, c’è un’altra città in cui per gli ucraini la situazione militare sta peggiorando: Huliaipole.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il punto sui temi di attualità, ogni lunedì
Iscriviti e ricevi le notizie via email