Le facciate in vetrocemento, la scala in marmo a pedata bassa, gli arredi pensati su misura, le partizioni scorrevoli e le ampie finestre affacciate sul giardino: tutti gli elementi che compongono la villa che ospiterà Alcova nel 2026 sono rimasti intatti, proprio come li aveva immaginati Albini. Un miracoloso processo di conservazione, raro nel panorama delle residenze private, e visitabile per la prima (e forse unica) volta. 

In un percorso che si sposta sempre più fuori dal centro di Milano, la villa sarà collegata con l’Ospedale Militare di Baggio a Primaticcio, il gigantesco complesso di edifici progettato dopo la Prima Guerra Mondiale che nei giorni della manifestazione aprirà anche lui al pubblico due spazi inediti: la chiesa con l’ex canonica e un archivio storico.