L’Università Cattolica Sant’Antonio di Murcia (UCAM), in Spagna, ha conferito questa mattina il titolo accademico onorifico al presbitero dell’Équipe internazionale del Cammino Neocatecumenale per il contributo che ha dato con le sue catechesi a formare le comunità al Magistero della Chiesa. Pezzi: “Ho visto la fedeltà del Signore nella mia vocazione missionaria”

Debora Donnini – Città del Vaticano

Un’atmosfera gioiosa accompagnata da applausi si è respirata quando, questa mattina, durante il solenne atto di apertura del corso 2025-2026 dell’Università Cattolica Sant’Antonio di Murcia (UCAM), è stato conferito il Dottorato honoris causa a padre Mario Pezzi, sacerdote dell’Équipe internazionale del Cammino Neocatecumenale. Tra i presenti molti anche dall’Italia a e da diverse parti della Spagna.

A precedere l’Atto, la Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignor José Manuel Lorca Planes, vescovo di Cartagena, nel Monastero de Los Jeronimos. Al cuore dell’omelia la riflessione sulla Sapienza. È importante – ha sottolineato il vescovo – che i giovani abbiano sete della sapienza che è un riflesso di quella divina. La Sapienza divina è, infatti, una luce che tutto illumina. Quindi, in merito al Dottorato honoris causa, ha messo in rilievo l’importante opera di evangelizzazione di padre Mario Pezzi, che ha accompagnato l’Équipe internazionale nel portare e seguire il Cammino Neocatecumenale in tutto il mondo.

Tra i momenti salienti della cerimonia, il conferimento del titolo e della medaglia del Dottorato. E ancora, quando padre Pezzi ha ricevuto il “berretto di laureato”, l’anello e i guanti bianchi. Quindi, il giuramento, concluso dall’abbraccio con la presidente dell’UCAM, María Dolores García Mascarell, moglie del fondatore della stessa Università, José Luis Mendoza Pérez. Ad intervenire, fra le autorità presenti, il Magnifico Rettore, la professoressa Josefina García Lozano, che riflettendo sulla crescita dell’UCAM, che oggi ha più di 20 mila studenti che vengono da 130 nazioni, ha spiegato come pilastro essenziale sia stata proprio l’evangelizzazione.

Dottorato honoris causa a padre Pezzi:

Dottorato honoris causa a padre Pezzi:

Padre Pezzi e la vita nella missione

Traspariva emozione dal volto di padre Pezzi durante la Lectio Magistralis dal titolo “Il magistero della Chiesa nel Cammino Neocatecumenale”. Nato nel 1942 a Gottolengo, in provincia di Brescia, il sacerdote ha raccontato di aver ricevuto un’educazione cristiana fin dall’infanzia. La sua formazione è avvenuta con i missionari comboniani: fu attratto fin da piccolo dalla figura di san Daniele Comboni. Durante il noviziato, ha rammentato, “iniziò in me una crisi interiore che si acuì a Roma” dove era stato mandato a studiare alla Pontificia Università Urbaniana. Erano gli anni del ’68. Notava, infatti, che si diffondeva un “divorzio fra fede e vita” e lui si chiedeva come aiutare le persone e riuscire a portare il rinnovamento del Concilio Vaticano II. Il 18 marzo del 1969 ricevette l’ordinazione sacerdotale e in autunno iniziò il dottorato in teologia. A novembre conobbe Kiko Argüello e Carmen Hernández e, ha sottolineato oggi, “nel Cammino Neocatecumenale incontrai la risposta del Signore che tanto avevo cercato”.

Con la prospettiva di diffondere il Cammino in Africa, gli fu concesso un anno sabbatico e successivamente, nel 1992, fu incardinato a Roma. Nel 1970 aveva infatti ascoltato le catechesi in una parrocchia della capitale; nel 1971 sostituì don Francesco Cuppini nell’accompagnare Kiko e Carmen nell’evangelizzazione in Italia e, nel 1982, iniziò a far parte dell’Équipe internazionale del Cammino a tempo pieno. Andò come itinerante in diversi Paesi dell’Africa vedendo così “la fedeltà del Signore con la sua vocazione missionaria”, alimentata dalla sua formazione nei comboniani. Nel corso degli anni era stato, infatti, inviato come missionario in vari Paesi africani: in Sudan, cuore della missione di Comboni, e in Uganda. E, ancora, si recò in Costa d’Avorio, Camerun, Zambia e in altri Paesi.  

Dottorato honoris causa a padre Pezzi

Dottorato honoris causa a padre Pezzi

L’approfondimento del magistero 

Quindi, nelle convivenze dedicate alla formazione dei catechisti delle comunità, ogni anno padre Mario Pezzi ha iniziato a offrire una catechesi sul Magistero. Il suo desiderio, ha detto, era quello di stimolare sacerdoti e catechisti alla lettura personale dei documenti del Concilio Vaticano II e del magistero dei Pontefici. Dapprima una riflessione sull’Enciclica Humanae Vitae di San Paolo VI, rifacendosi anche alla Esortazione apostolica Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II. Sentì in primo luogo l’urgenza di aiutare le famiglie a riflettere sul significato della sessualità umana, dell’amore dei coniugi, a partire dalla teologia del corpo di San Giovanni Paolo II perché “negli ultimi 50-60 anni, di fatto – ha raccontato padre Mario – il mondo ha sperimentato la rivoluzione sessuale, la diffusione della pornografia, la teoria del genere”, e ancora “la nascita di internet, l’ideologia woke, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale”

Di fronte a queste sfide, la parola della Chiesa attraverso il magistero di tutti i Pontefici, ha dimostrato di essere “una guida sicura”. “Nei nostri viaggi nel mondo ci ha consolato molto la gratitudine degli sposi che grazie a queste catechesi hanno potuto conoscere più profondamente il significato del nostro corpo”. Ma anche molti giovani hanno potuto riconoscere “che le ferite nell’ambito della sessualità e dell’affettività non sono altro che il risultato di un orientamento distorto del nostro desiderio”. Il peccato originale infatti porta a ridurre l’altra persona a “uno strumento di piacere”.

Il Concilio

Un tema centrale nella Lectio Magistralis è stato quello del Concilio Vaticano II. In diverse catechesi nelle convivenze di inizio corso, “ho voluto evidenziare come il Signore ha ispirato a Kiko e a Carmen un itinerario di iniziazione cristiana per tappe”. Il Cammino è stato riconosciuto da San Giovanni Paolo II come “un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni”. Gli Statuti sono stati, poi, approvati in via definitiva nel 2008 e vi si sottolinea che “il Cammino Neocatecumenale è al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella fede”. Il Cammino – ha rimarcato ancora Pezzi – ha essenzialmente un carattere celebrativo, alimentato dalle celebrazioni settimanali della Parola, dall’Eucaristia e dalla comunità. Centrale la ricchezza del Triduo pasquale. Fondamentali per il Cammino le Costituzioni del Concilio Vaticano II: Sacrosanctum Concilium, Dei Verbum, Lumen Gentium e Gaudium et Spes. “Ho vissuto questo cammino della mia vita con la coscienza che non è stato opera mia, ma che la grazia che viene dall’Alto ha guidato la mia esistenza in maniera misteriosa, nascosta e meravigliosa come è la vita di ogni cristiano”, ha concluso padre Mario Pezzi, visibilmente emozionato per il riconoscimento.

Dottorato honoris causa a padre Pezzi

Dottorato honoris causa a padre Pezzi

La Laudatio

Nella Laudatio, don José Alberto Cánovas Sánchez, vicerettore degli affari religiosi della UCAM, ha sottolineato l’importanza della sua presenza nell’Équipe internazionale del Cammino Neocatecumenale e il suo approfondimento, con uno straordinario lavoro di ricerca, di vari temi di antropologia, teologia, dottrina sociale, morale e escatologia per aiutare le comunità. Ha ricordato anche alcuni nuclei centrali delle sue riflessioni: il matrimonio che, come sacramento, rende visibile l’amore sponsale di Cristo per la Chiesa, l’amore e la sessualità, il ruolo della donna, non solo come sposa e madre ma anche nella verginità.

A intervenire anche monsignor Segundo Tejado Muñoz , sacerdote missionario del Cammino Neocatecumenale, che si è soffermato su due momenti biografici della vita del sacerdote italiano: la crisi che ebbe all’inizio del suo ministero pastorale alla quale la Provvidenza ha risposto “attraverso questo carisma nato dal Concilio Vaticano II”. Con Kiko e Carmen, padre Mario collaborerà per decenni. “Fu la scoperta di una realtà che riempie la vita del giovane sacerdote che gli dà quel senso che cercava”, che lo ha portato ad abbandonarsi verso un progetto diverso da quello che pensava. Il secondo fatto è proprio il conferimento di questo Dottorato honoris causa perché segna una cosa molto importante: “Quella domanda iniziale, quella inquietudine del giovane sacerdote – ha evidenziato monsignor Tejado – ha avuto una risposta in una vita dedicata alla vocazione che aveva da quando era giovane: l’evangelizzazione” Padre Mario, dunque, ha servito questo carisma con la sua presenza profonda che educa e sostiene la fede di tante persone. “Ci ha aiutato – ha concluso – a amare il Magistero della Chiesa”.

Dottorato honoris causa a padre Pezzi

Dottorato honoris causa a padre Pezzi