Jovanotti riparte e lo fa con moltissimi progetti nati dalla volontà di scappare dalla realtà e dalla voglia di essere liberi e cantare l’amore per la vita. Lorenzo Cherubini annuncia L’Arca di Lorè, un manifesto di rinascita, di viaggio e di speranza, che il cantautore trasforma in un nuovo percorso artistico. Ma non solo. 





L’arca di Lorè

Jovanotti parte da un’analisi lucida del presente: «Viviamo un tempo di tacito sconforto, una nuvola che chiamo marketing di depressione. Non avrei mai pensato di viverlo da grande». Per il cantante è un tradimento delle aspettative della sua generazione: «Siamo cresciuti con l’idea che il futuro avrebbe portato più salute, più pace, più democrazia, più libertà e viaggi. Molte di queste cose sono avvenute, ma insieme a tutto questo sono salite ansia, polarizzazione, estremismi, la santa inquisizione dei social network, la sensazione di catastrofe imminente».


Da qui la reazione: «Ho deciso di reagire. Sono fatto così: mi metto in movimento. La strada è la soluzione, aprire porte, andare a cercare il mondo, la speranza e la gioia. Non significa negare il pericolo, ma partorire il nuovo per trovare vie d’uscita». Il progetto che Jovanotti immagina da mesi prende forma: «Poco prima dei 60 mi metto in viaggio oggi per arrivare lì. Quest’idea è l’Arca di Lorè».  



In viaggo con l’Arca di Lorè

Non è un ritorno nostalgico, ma un salto in avanti: «Avevo bisogno dell’arca non per scegliere cosa salvare dei miei 60 anni, ma per decidere cosa portare nel futuro».  Da febbraio a luglio Lorenzo andrà «in giro per il mondo, dove non sono mai stato, dove non conoscono la mia musica. I confini sono nella testa». Le prime tappe? Australia, Congo, forse Marocco e Niger, poi varie città europee come Monaco, Vienna e Barcellona. «Io ovviamente porto con me la musica, il ritmo, e voglio giocare con il pubblico raccogliendo le liste delle cose da portare nel futuro».


Dopo il grave incidente in bicicletta e la lunga riabilitazione, Jovanotti racconta un incontro decisivo: la band che ha conosciuto alla Health Clinic di Castrocaro. «Volevo andare controcorrente rispetto agli show pieni di corpi di ballo e sequenze al computer. Io avevo bisogno di una band vera intorno a me. L’incontro con questa band mi ha rimesso al mondo».  



Il tour

Con loro nascerà un nuovo tour italiano collegato all’Arca di Lorè: un viaggio «dal Sud fino a Roma, risalendo lo Stivale» e destinato a trasformarsi nel nuovo Jova Summer Party». La grande novità è il mezzo di trasporto: «Me la farò tutta in bici, in sella proprio dove sono caduto.

Una carovana di ciclisti potrà unirsi a me. Come il Cantagiro, una cosa bellissima». La bicicletta come simbolo di rinascita: «La bici è la mia cura, parte importante del mio recupero».

L’addio al Jova Beach Party 

Jovanotti spiega perché non tornerà al Jova Beach Party: «Perché sarebbe stata la ripetizione di un format. E poi non ho voglia di rientrare in un ambito di polemiche e cattivi attacchi». Il cantautore ripercorre quelle accuse: «Sono uscite notizie false di inquinamento e devastazione che non c’erano. Abbiamo avuto 16 denunce, ma nessuna è andata oltre il primo esame». E aggiunge: «Eravamo veramente bravi, un lavoro eccezionale anche con il WWF. Ma molti hanno usato il Jova Beach Party per farsi pubblicità. Con quel dogmatismo era impossibile dialogare».


La risposta? Portare la festa altrove: «Andremo a cercare luoghi al Sud dove non c’è mai stata la musica, luoghi comodi che possano accogliere grandi quantità di persone. Il Sud è bellissimo: è l’Italia dell’estate e delle vacanze». Jovanotti rivendica i progressi fatti sul fronte ambientale: «Nel 2025 abbiamo abbattuto il 102% delle emissioni sui trasporti grazie al carbonate. Durante il PalaJova il palco era acceso con energia da fonti certificate. Risparmieremo il 100% della CO₂ e daremo grande importanza alla raccolta differenziata». E annuncia collaborazioni speciali:  «Trenitalia sconterà fino al 75% la mobilità sostenibile per raggiungere i concerti».



Il nuovo album

Per prepararsi al viaggio, Lorenzo è tornato dove tutto era iniziato: New York. «Ero lì due settimane fa. Sentivo impotenza davanti alle guerre del mondo. La mia reazione è sempre scappare nelle cose che mi fanno stare bene». Così ha preso uno studio, chiamato musicisti, improvvisato. «Al terzo giorno ho capito che c’era un disco. Ero felice». Il risultato uscirà la prossima settimana: Niuorcherubini, un omaggio a Lucio Dalla, primo tassello dell’Arca di Lorè. «Voglio sfuggire alle cose programmate, liberarmi dal mercato discografico in cui tutto si consuma in una settimana. Voglio essere libero», ha concluso. 




Ultimo aggiornamento: venerdì 14 novembre 2025, 16:48





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