di
Giovanna Cavalli

Pronto il ricorso della compagna dell’attore, che nega vivessero da separati

Olè. Rocío Muñoz Morales non perde tempo. Ha già dato mandato al suo avvocato Antonio Conte di presentare al più presto un ricorso al Tribunale civile di Roma per l’affido e il mantenimento delle due bambine avute da Raoul Bova. Non parole, dunque, ma carte bollate, che fanno molto più male.

L’attrice e showgirl spagnola, 37 anni, al momento si trova in Puglia con le piccole Luna e Alma, in una località segreta e appartata, per tenerle al riparo dalla tempesta di pettegolezzi, intercettazioni e rivelazioni che si è abbattuta sul loro papà, da quando Fabrizio Corona ha divulgato audio e messaggi inviati alla modella-influencer Martina Ceretti con l’amico pr-ereditiero Federico Monzino. Esce poco, si è chiusa nel più totale riserbo per sfuggire a tanta morbosa attenzione.



















































Rocío ha scoperto della relazione clandestina di Raoul in tempo reale come migliaia di altri utenti del web, occhi spaccanti e sorriso meraviglioso compresi. Non ha gradito — e ci mancherebbe — tuttavia ne ha preso atto. Con rabbia e sdegno, ovvio, non è mica fatta di legno. Lei e Bova stavano insieme ufficialmente da 12 anni. Dal 2013, ma si erano conosciuti nel 2011, sul set del film Immaturi (titolo che a questo punto era tutto un programma) quando lui era ancora sposato con Chiara Giordano.
Però lei dice che no, non erano separati in casa da un anno, addirittura da due, come risponde lui nelle chat, rimandando al mittente il presunto tentativo di ricatto. Ma di quel che ne sarà della questione Corona-Bova-Ceretti-Monzino, di chi abbia violato la riservatezza e perché, a Rocío interessa meno di niente. 

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Poco le importa pure che l’attore abbia assunto come legale proprio l’ex suocera Annamaria Bernardini de Pace, che ai tempi non fu per niente tenera con lui, definendolo «un genero degenerato», mentre ora lo elogia. L’unica cosa che le sta a cuore è la tutela delle figlie. Ed è per loro che, nelle pagine del ricorso che l’avvocato Conte — lo stesso di Francesco Totti nel divorzio da Ilary Blasi — sta ultimando, mette una serie di pesanti puntini sulle «i».

Come si apprende da persone a lei vicine, Rocío intende smentire le dichiarazioni di Raoul, che raccontava al telefono di essere single da un pezzo. Almeno fino a maggio inoltrato i due — che per scelta non si sono mai sposati — avrebbero condotto una regolare vita di coppia, come marito e moglie. Con gli alti e i bassi di ogni rapporto. Ci sarebbero delle testimonianze dirette a conferma. Vivevano sotto lo stesso tetto.
Ora ovviamente non più. Da quando è scoppiato lo scandalo i due comunicavano a monosillabi, giusto per la gestione delle bimbe. Adesso nemmeno quello. Non si rivolgono la parola. Lui sarebbe sparito. Preoccupato più che altro delle possibili ricadute negative sulla sua carriera.

Nel ricorso, inoltre, Rocío racconterebbe anche che quello con Martina Ceretti non sarebbe stato un caso isolato, una crisi dei 50 anni, ma che Raoul le avrebbe mancato di rispetto in precedenti occasioni.
Ma soprattutto si menzionerebbero dei comportamenti di Bova, di altro tipo. Gravi, che metterebbero in cattiva luce il suo ruolo di genitore. Un tempo lei gli è stata vicina in momenti di difficoltà e per amore lo ha supportato, adesso non intenderebbe più passarci sopra e perdonare. Per questo chiederà l’affido esclusivo delle figlie. Sperando di chiudere al più presto una vicenda che l’ha lasciata indignata e attonita.

Inoltre non è disposta a passare sopra le illazioni sul suo conto uscite sul web e su alcune riviste. Qualcuno l’ha descritta come «una grande strega» appena spenti i riflettori. Altri le hanno attribuito flirt e nuove fiamme (tra cui il «re dei pacchi» Stefano De Martino, che dove c’è gossip non manca mai, suo malgrado). Qualcuno ha scritto che Raoul da un pezzo dormiva sul divano. Ecco, ora Rocío Muñoz Morales li querelerà tutti, dal primo all’ultimo. Il suo ufficio stampa sta preparando un corposo dossier sulle maldicenze diffuse in questi ultimi giorni. L’eventuale risarcimento dei danni verrà devoluto in beneficenza.

Non sarà però altrettanto generosa con l’ex compagno, da cui presumibilmente pretenderà il giusto contributo per il mantenimento delle bambine. L’unica cosa che ancora vuole da lui. Per poi metterci — e per sempre stavolta — una croce sopra. Adiós.


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1 agosto 2025 ( modifica il 1 agosto 2025 | 07:59)