La Cina deve fare i conti con un’industria automotive che ha bisogno di trovare nuovi sbocchi per poter essere sostenibile nel lungo periodo. Il calo alle immatricolazioni registrato nel corso del mese di ottobre 2025, nel confronto con i dati di ottobre 2024, rappresenta un piccolo campanello d’allarme, anche in considerazione della fine degli incentivi statali che hanno supportato il settore e l’elettrificazione del mercato nel recente passato.

Un mese negativo

Il mese di ottobre 2025 si è chiuso con il segno meno per il mercato cinese, un dato che anticipa una possibile crisi. Si tratta di una notizia da non sottovalutare, anche se il calo è ridotto. Come confermano i numeri forniti dalla China Passenger Car Association (CPCA) e riportati da Reuters, sul mercato cinese sono stati immatricolati 2,27 milioni di veicoli con un calo dello 0,8% rispetto allo scorso anno. Il dato in questione è in netta contro-tendenza rispetto a quanto registrato a settembre, mese terminato con un incremento del 6,6% delle vendite.

È interessante sottolineare un rallentamento della crescita del settore dei veicoli elettrificati, categoria che comprende auto elettriche e auto ibride con sistema Plug-In in grado di garantire un funzionamento a zero emissioni per decine di chilometri. Nel mese di settembre, infatti, questo segmento di mercato aveva fatto registrare un incremento del 15,5% mentre a ottobre le vendite sono aumentate del 7,3%. La quota di mercato delle vetture Plug-In in Cina è ora del 56,5%.

La fine degli incentivi incombe

Per l’industria automotive cinese il dato di ottobre è un campanello d’allarme anche perché il programma di sussidi governativi, che ha portato alla permuta di oltre 12 milioni di auto, volgerà al termine sul finire del 2025. Circa 20 province cinesi hanno già sospeso o ridotto le sovvenzioni, causando una riduzione degli acquisti.

Un calo della domanda può rappresentare un enorme problema per i costruttori cinesi. L’industria locale, infatti, vede oggi decine di produttori che, in caso di una contrazione del mercato, dovranno dar vita a una vera e propria guerra dei prezzi (in parte già in corso) per sopravvivere, con il rischio di una progressiva riduzione dei margini.

L’impatto della riduzione degli incentivi, fino al loro completo esaurimento, è tutto da valutare. Il mercato potrebbe registrare un deciso contraccolpo e il calo delle immatricolazioni potrebbe essere significativo nel corso dei prossimi mesi. Una delle contromisure a questo rischio è già in atto. L’industria automotive cinese sta puntando sempre di più sulle esportazioni, mettendo nel mirino anche il mercato europeo.

Grazie a costruttori come BYD, infatti, il settore delle quattro ruote cinese sta progressivamente aumentando la quota delle esportazioni, che hanno raggiunto il 27,7% del totale prodotto secondo i dati CPCA (a settembre, invece, la quota era al 20,7%). Si tratta di una questione da monitorare con attenzione. La Cina è cresciuta tanto in questi anni e oggi è un mercato ricco di Case che va avanti grazie a una domanda sempre molto forte. Un rallentamento delle richieste rischia di tradursi in un crollo verticale per il settore. I dati di fine 2025 e, soprattutto, di inizio 2026 saranno fondamentali per capire come potrebbe cambiare il mercato.