voto
7.0

  • Band:
    SUN OF THE DYING
  • Durata: 00:41:22
  • Disponibile dal: 21/11/2025
  • Etichetta:
  • AOP Records

Streaming non ancora disponibile

I Sun Of The Dying nascono a Madrid nel 2013 su iniziativa del chitarrista Daniel Fernández Casuso e del cantante Lavin Uruksoth, che lascerà la band nel 2016; dopo diversi aggiustamenti, gli spagnoli trovano finalmente una formazione stabile, con Eduardo Guilló (voce), Diego Weser (batteria), David Muñoz (tastiere e programmazione), Roberto Rayo (basso) e Jose Yuste (chitarra), tutti musicisti che hanno alle spalle diverse esperienze nella scena metal nazionale.
Arrivano così in rapida successione il debutto “The Roar Of The Furious Sea” del 2017 e “The Earth Is Silent” due anni dopo, seguiti da una lunga pausa dovuta alla pandemia che li ha bloccati nel mezzo di un tour ed ora interrotta dall’uscita di “A Throne Of Ashes”.

Fin dal principio, il sestetto ha dimostrato una certa devozione per il buon vecchio doom/death metal di Anathema, Paradise Lost e My Dying Bride, non disdegnando però puntate in territori relativamente più moderni: se i cosiddetti ‘Peaceville Three’ sono un riferimento scontato, il merito del gruppo iberico è quello di andare a cercare soluzioni alternative, quali derive vicine al doom più canonico e qualche slancio funeral doom sulla scia di Ahab o Shape Of Despair.
E’ innegabile che alcuni passaggi del disco suonino prevedibili ma tutto funziona bene, dal giusto bilanciamento tra growl e voce pulita all’alternanza fra parti melodiche ed altre di matrice death metal, fino all’utilizzo di orchestrazioni che sostengono le chitarre, amplificando la malinconica maestosità di melodie già sentite, ma riproposte in questo caso con sufficiente profondità.
I pezzi, mediamente lunghi, sono valorizzati da una produzione molto nitida e tra essi spiccano sicuramente “Martyrs” con il suo drammatico crescendo, “Black Birds Beneath Your Sky”, in cui a colpire è il contrasto tra l’oscurità di fondo e l’armonioso ritornello, e soprattutto l’articolata “The Greatest Winter”, decisamente l’episodio migliore a livello di scrittura.

“A Throne Of Ashes” è un album che sarà apprezzato dagli ascoltatori di doom/death metal, ben congegnato in tutte le sue parti e pieno di spunti che vanno nella direzione della ricerca di un suono più personale, obiettivo non pienamente raggiunto ma alla portata degli spagnoli.