Risultati in crescita per Poste Italiane che archivia i migliori primi nove mesi dell’anno dalla quotazione in Borsa, avvenuta nel 2015. I conti mostrano un utile netto di 1,8 miliardi, in aumento dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di ricavi per 9,6 miliardi (+4%). Nel solo terzo trimestre i profitti si attestano a 603 milioni, su del 6,1%.
La performance
«Dopo cinque trimestri consecutivi con una performance a livello record abbiamo nuovamente raggiunto risultati straordinari», sottolinea l’amministratore delegato, Matteo Del Fante. «La solidità dei risultati – prosegue il manager – conferma ancora una volta la nostra capacità di generare una crescita sostenibile e redditizia in tutti i segmenti di business, grazie a una solida esecuzione commerciale e a un’efficace gestione dei costi». Del Fante si è poi detto fiducioso nel centrare le previsioni per l’intero 2025, che indicano un utile netto a fine anno di 2,2 miliardi. La società dei recapiti ha intanto deliberato la distribuzione, a titolo di acconto, di parte del dividendo ordinario previsto per il 2025, per un importo di 0,4 euro per azione (+21%).
Venendo ai risultati delle diverse aree di attività, Poste segnala un crescita del settore corrispondenza, trainata dall’aumento dei volumi dei pacchi, con ricavi superiori a 2,8 miliardi nei nove mesi ma utile in diminuzione a 40 milioni. Il volume dei pacchi nel periodo tocca quota 245 milioni (+12%), mentre continua a calare il fatturato della corrispondenza tradizionale (-4%). Nei servizi finanziari i ricavi arrivano a quota 5 miliardi (+5,8%) «sostenuti da una consistente performance del portafoglio di investimenti e da una solida performance commerciale», con un risultato netto di 583 milioni (+22%). Il settore assicurativo segna un giro d’affari di 1,4 miliardi (+10%) e un utile di 836 milioni (+10%). Infine i servizi di Postepay «confermano la loro capacità di generare una crescita sostenibile dei ricavi e una solida accelerazione della redditività», con ricavi in aumento del 5% a 1,2 miliardi e un risultato netto di 313 milioni (+8%). A sostenere i risultati è stata in particolare l’incremento del numero di transazioni dell’ecosistema (+12,8%). Del Fante ha anche annunciato che la migrazione dei clienti alla “Super app” unica è stata «completata con successo» ed è stata scaricata da 15 milioni di clienti, di cui 4,1 milioni attivi su base giornaliera. «Un dato che supera il numero complessivo di utenti delle nostre precedenti app considerate insieme», puntualizza l’ad.
La commissione
Il gruppo valuta poi l’introduzione di una commissione su Spid. Del Fante fa notare che già altri fornitori chiedono 7-8 euro l’anno per il servizio. Quindi aggiunge: «Stiamo osservando il mercato e l’anno prossimo decideremo». Gli Spid gestiti da Poste sono circa 30 milioni, quindi anche solo 5 euro l’anno a utente (una delle cifre ipotizzate) potrebbero generare 150 milioni di ricavi aggiuntivi.
Per quanto riguarda Tim, di cui Poste ha rilevato il 24,8% di recente, Del Fante osserva: «Stiamo accelerando sulle iniziative che valorizzano le sinergie». Ma intanto il guadagno teorico sulla partecipazione, costata circa 1,1 miliardi, è di 800 milioni.
La tassa
Poste vede poi un impatto «marginale» dell’arrivo di una tassa europea sui pacchi sotto i 150 euro di valore per fermare l’invasione dei colossi cinesi del commercio on line. «Di solito, quello che abbiamo visto in passato, perché non è la prima volta, c’era già stato qualcosa sui dazi doganali, è che il mercato si riaggiusta – dice Del Fante -. E uno o due euro non cambieranno davvero l’attrattiva di quelle piattaforme».
Giovedì 13 novembre infine a Piazza Affari le azioni di Poste Italiane hanno chiuso in calo dell’1% a 21,27 euro, anche se negli ultimi dodici mesi la crescita del titolo resta superiore al 50%.
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