L’appuntamento è stato fissato alle 9.30 di venerdì, 14 novembre, in piazza XVIII Dicembre. Una giornata di sciopero nazionale a cui prendono parte studenti di scuole di secondo grado e università. Un momento di forte protesta collettiva che si articola in un corteo che sfila per alcune delle arterie principali della città di Torino. Tanti i motivi che hanno portato alla giornata di sciopero: diritto allo studio, difesa del clima, ma anche proteste contro qualsiasi tipo di politica votata al riarmo e contro il genocidio del popolo palestinese. “Soldi alla formazione, non alla guerra”, questo lo slogan della manifestazione. Possibili disagi al traffico in città, possibili ritardi e deviazioni per le linee Gtt.
Il sindaco Lo Russo: “Condanniamo atti di violenza senza ambiguità”
Sui fatti e le tensioni registrate nella mattina del 14 novembre, giornata di sciopero studentesco, si è espresso a distanza di poche ore il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, condannando gli episodi violenti verificatisi nell’ambito di una contestazione pacifica: “Manifestare pacificamente le proprie idee è un diritto fondamentale e parte essenziale della nostra democrazia. Questo però non può essere confuso con atti di violenza o danneggiamenti, che condanniamo con fermezza e senza alcuna ambiguità. Desideriamo esprimere la nostra solidarietà alle forze dell’ordine coinvolte nei disordini e agli agenti rimasti feriti”. Immediata anche la reazione da parte dell’assessore regionale alle Politiche Sociali, Maurizio Marrone: “La piazza di oggi sceglie la violenza, le minacce e il vandalismo nel tentativo disperato di nascondere il flop clamoroso della mobilitazione giovanile, fotografato impietosamente dai numeri che a Torino raggiungono appena poche centinaia di manifestanti. Schlein si rassegni di fronte al miraggio dissolto delle masse scese in piazza per la Palestina o in passato per l’ambiente: i giovani hanno palesemente voltato le spalle al No Meloni day”.
Tensioni e scontri nella sede di Città Metropolitana: identificati due manifestanti, feriti tra studenti e agenti
Momenti di forte tensione e scontri con le forze dell’ordine si sono verificati all’interno degli uffici di Città Metropolitana in corso Inghilterra. Le prime tensioni sono scattate fuori dalla sede, quando diversi manifestanti – un centinaio in tutto– hanno intrapreso un fitto lancio di uova contro l’ingresso principale, presidiato dalle forze dell’ordine. In decine hanno però tentato il blitz all’interno, riuscendoci attraverso un’entrata secondaria in via Cavalli. Qui si sono verificati gli scontri con le forze dell’ordine, con diverse cariche da parte degli agenti, in tenuta antisommossa, per disperdere e allontanare i manifestanti. Respinti, due manifestanti sono stati identificati e subito dopo rilasciati. Atteso il rientro dei due ragazzi, lo spezzone si è sciolto nei pressi del Grattacielo San Paolo, mentre il corteo principale, guidato da Fridays for Future e che aveva continuato a marciare lungo via dell’Arsenale, senza prendere parte ai disordini, ha raggiunto i Giardini Reali dove si è poi conclusa la manifestazione.
Diversi i feriti tra gli studenti durante i momenti di tensioni a cui si aggiungono anche otto agenti, anche loro feriti durante i disordini avvenuti prima alla stazione di Porta Nuova, dove contro di loro è stato lanciato anche un tombino, e poi nella sede di Città Metropolitana. Un momento di forte tensione durante il quale i manifestanti hanno aperto e poi lanciato contro gli agenti un estintore. Rilanciato, a termine del corteo, l’appuntamento in strada, per un nuovo sciopero generale, il prossimo 28 novembre.
Lancio di uova contro la sede di Città Metropolitana di corso Inghilterra | Torino, 14 novembre 2025La denuncia di Fridays for Future: “Regione e Governo complici del collasso”
Il corteo guidato dal movimento Fridays for Future, che non ha preso parte ai disordini, raggiunto corso Vittorio Emanuele ha proseguito lungo il percorso preannunciato, marciando lungo corso Matteotti e via dell’Arsenale. All’altezza del civico 14, sede dell’URP di Torino, diversi attivisti hanno affisso sulle vetrate manifesti recanti scritte che richiamano l’attenzione della politica sulla crisi climatica in atto: “Regione e Governo complici del collasso”, si legge su un manifesto che immortala tanto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tanto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Su un secondo manifesto, invece, la denuncia: “Proteggere i profitti di Eni”.
Centinaia di manifestanti tentano il blitz all’interno della stazione di Torino Porta Nuova
Poco dopo le 12, quando il corteo stava attraversando corso Vittorio Emanuele II, come da percorso preannunciato, uno spezzone formato da centinaia di manifestanti ha tentato il blitz all’interno della stazione di Torino Porta Nuova, i cui varchi d’accesso principali erano stati preventivamente chiusi per motivi di sicurezza. Il tentativo è stato effettuato dal varco d’accesso sito in via Sacchi, come già accaduto nel corso di precedenti mobilitazioni. In centinaia si sono diretti verso l’ingresso con l’obiettivo di entrare e occupare i binari della stazione, ma i manifestati sono stati respinti dalle forze dell’ordine già schierate sul luogo. Prosegue intanto il corteo.
Prima di raggiungere la stazione di Torino Porta Nuova, decine di studenti, in marcia lungo corso Vittorio Emanuele II, all’altezza dell’incrocio con corso Re Umberto hanno scalato il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, sventolando le bandiere della Palestina.
Sul Frecciarossa di corso Stati Uniti appare la scritta “Meloni appesa”
“Meloni appesa”: questa la scritta apparsa durante la manifestazione, scritta con una bomboletta sul vagone Frecciarossa che affianca la Locomotiva a Vapore, in corso Stati Uniti. Una scritta direttamente rivolta nei confronti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, verso la quale vengono rivolti cori di protesta. Il gesto è avvenuto quando il corteo ha marciato davanti alle Ogr, struttura già oggetto di forti contestazioni nel corso delle precedenti agitazioni cittadine per la Palestina, e all’interno della quale sono ubicati numerosi ufficio della Leonardo S.p.A. In quanto luogo sensibile, la struttura era già stata preventivamente presidiata dalle forze dell’ordine.
“Meloni appesa”, la scritta apparsa sul Frecciarossa di corso Stati Uniti | Torino, 14 novembre 2025‘No Meloni Day’: oltre un migliaio di studenti in strada a Torino “contro il governo Meloni, il genocidio e il riarmo”
Oltre un migliaio, circa 1.300 in tutto, gli studenti che questa mattina si sono ritrovati in piazza XVIII Dicembre, convergendo da diversi istituti, licei e poli universitari torinesi. A unirli è la protesta nei confronti del governo in una giornata di sciopero, quello del 14 novembre, ribattezzato simbolicamente come “No Meloni Day”. Sciopero di carattere nazionale indetto dall’Unione degli studenti. Presenti in piazza spezzoni studenteschi e collettivi, dal Liceo Einstein al Gobetti, ma anche collettivi universitari come Cambiare Rotta e gli attivisti di Fridays for Future, in protesta per il clima mentre in Brasile è in corso la Cop30. Tra gli striscioni si leggono rimandi puntuali alle ragioni che motivano il corteo: la richiesta di interrompere i rapporti con Israele, prendendo le distanze dal genocidio, ma anche la volontà di prendere le distanze da politiche di guerra e riarmo, con la conseguente richiesta di dirottare quegli stessi fondi all’istruzione, settore da anni vittima di tagli. Ma non mancano slogan e striscioni per richiamare l’attenzione sulla situazione climatica: “Giustizia climatica = Giustizia sociale”. E ancora cori al megafono e un leitmotiv, contro la presidente del Consiglio, già echeggiato nel corso delle precedenti mobilitazioni a sostegno della Palestina: “Giorgia Meloni devi andartene”.
I simbolici problemi lasciati davanti alla sede del Rettorato di via Verdi e cori contro la rettrice Cristina Prandi
“Oggi è sciopero studentesco, è il ‘No Meloni Day’ – così la voce di un ragazzo, al megafono, del collettivo universitario Cambiare Rotta – Dopo mesi di mobilitazione, la passività è stata spezzata con gli scioperi. Gli studenti universitari sono finalmente scesi in massa e oggi scendiamo nuovamente in tutte le piazze per attaccare il governo Meloni, il modello di università che hanno, complici di un genocidio. Siamo qui a lottare contro tutti i tagli”, mentre vengono mostrati su cartelloni “cancellati”, dietro a una simbolica croce, tra i tanti i volti di Meloni, Bernini, Gasparri ma anche di Cristina Prandi, rettrice di UniTo.
I cartelloni e i volti di Cristina Prandi (rettrice UniTo), Gasparri, Bernini e Meloni “cancellati”
Proprio contro la rettrice sono stati cantanti anche cori fuori dalla sede del Rettorato di via Verdi: “La rettrice di questo ateneo non ci rappresenta”. Lasciati all’entrata del Rettorato anche dei simbolici “regali”, tutti i problemi evidenziati e sottolineati dagli studenti: caro-affitti, complicità nel genocidio, precarietà, edilizia fatiscente, riforma 60 cfu, caro trasporti, riarmo europeo. “Ecco i nostri problemi, quelli con cui noi studenti ogni giorno ci dobbiamo confrontare. Continuano a tagliare fondi all’università per finanziare la guerra. Le nostre università continuano a essere complici del genocidio in Palestina”, così la voce al megafono, dietro lo striscione ‘Blocchiamo l’università. Contro genocidio, tagli e Bernini’. E ancora, un altro striscione tra le mani di Studenti Indipendenti: “Studiare è un diritto, la guerra è un crimine”.
“Studiare è un diritto, la guerra è un crimine” | Torino, corso BolzanoScuola, università, guerra, clima: studenti in piazza a Torino per lo sciopero studentesco nazionale
Non una mobilitazione torinese, ma nazionale. Migliaia di studenti che in tutte le piazze d’Italia si riuniranno in occasione del 14 novembre, giornata di sciopero ribattezzata anche come il ‘NoMeloniDay’, esprimendo avversione per le politiche adottate dal governo Meloni. “L’università è continuamente sotto attacco, dai continui tagli alla riforma Bernini sul precariato, al nuovo tentativo di ingerenza del governo all’interno degli spazi universitari con la riforma dell’ANVUR – le parole condivise sui social da diversi collettivi studenteschi torinesi che animano la protesta –. Mentre le università vengono privatizzate e definanziate, aumentano gli investimenti nel settore bellico, rendendo i nostri poli attivi complici del genocidio in corso”, scrivono con riferimento alle violenze perpetrate sulla Striscia di Gaza”. Un corteo che prenderà vita attraverso i volti di centinaia di studenti, sia licei che universitari, in forte agitazione ormai da mesi, reduci da momenti di proteste e occupazioni. “Scenderemo in piazza uniti, con uno spezzone universitario che sappia ribadire con forza che le nostre parole d’ordine sono: fuori la guerra da scuole e università”. Presenti in piazza anche attivisti del movimento Fridays for Future, in agitazione per il clima mentre in Brasile si svolge la Cop30:”Sciopero per la giustizia climatica, contro riarmo e genocidio. Ci vediamo in piazza”.
Il percorso del corteo: possibili ritardi, disagi al traffico e linee Gtt deviate
Per permettere al corteo di procedere lungo un percorso già tracciato che impegnerà alcune delle principali vie del centro, risultano già deviate linee Gtt, mentre il traffico potrà subire disagi tra strade temporaneamente chiuse e deviazioni. Le arterie interessate, a partire dalle 9.30 di venerdì 14 novembre, saranno: corso Bolzano, corso Castelfidardo, corso Duca degli Abruzzi, corso Vittorio Emanuele II, corso Re Umberto, corso Matteotti, via dell’Arsenale, via Pietro Micca e via Cernaia e corso Vinzaglio sino al raggiungimento dei giardini Nicola Grosa, ai piedi del Grattacielo San Paolo. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, potrebbero subire ritardi, disagi e deviazioni le linee 4, 8, 9, 10, 10N, 11, 12, 13, 14, 15, 19, 27, 29, 33, 46, 49, 51, 52, 55, 56, 58, 58B, 59, 59B, 63, 64, 65, 67, 68, 72, 72B, 91, 92, ST1, ST2.
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