Che cosa schedulava da bambino?
«Quando fare i compiti, come copiare in classe… Non avevo ancora il cellulare, ma sapevo a memoria i numeri dei miei compagni e li chiamavo dal telefono di casa per avvertirli che il giorno dopo avrei copiato da loro».
Come vive l’attenzione dei fan e, in particolare, delle fan?
«Sono una fase in cui ho capito che sono una parte molto importante del mio lavoro. Mi danno la percezione di quello che ormai siamo abituati a vedere attraverso i social: persone che sono diventate numeri. Quando ho l’opportunità di incontrarli fisicamente lo trovo appagante, emozionante. Anch’io sono stato e sono tuttora fan di tanti, attori ma anche sportivi».
Ha mai incontrato i suoi idoli?
«Be’, vedere dal vivo Michael Jordan e altri grandi cestiti non è facile. Però, oggi sfrutto un po’ le occasioni che mi si presentano per levarmi lo sfizio di incontrare personaggi che ammiro. È successo con Brunori Sas».
Mi aspettavo che citasse campioni del calcio visto che da ragazzo sognava di fare il calciatore professionista.
«Ho praticato calcio per 11 anni ma, prima ancora, la mia passione era il basket. Ci ho giocato per cinque anni e sto giusto ricominciando a farlo con i miei amici».
E la musica? Continua a suonare?
«Non potrei mai smettere. Ne ho proprio bisogno dal punto di vista emotivo. E adesso mia sorella Lea è diventata pure cantautrice… (è in gara a Sanremo Giovani, ndr). Una delle decisioni più importanti e coraggiose che ho preso nella mia vita è stata iscrivermi al liceo musicale anche perché tanti miei amici delle medie avevano scelto di proseguire con lo Scientifico».
Che rapporto aveva con sua sorella Lea quando eravate piccoli?
«Qualche tempo fa abbiamo ritrovato fotografie e video di quando, da piccoli, facevano insieme i matti con la musica. Siamo sempre stati molto uniti. Ogni tanto, però, scoppiavano grandi litigate che oggi ricollego alle fasi di cambiamento legate alla crescita: quando lei entrava nell’adolescenza e io ancora bambino e, viceversa, quando io sono diventato un ragazzetto pestifero e lei, nel frattempo, si era fatta più matura. Era come se a un certo punto dovessimo rifare amicizia con la nuova sorella e il nuovo fratello».
Quando ha cominciato a suonare?
«A Natale, avrò avuto cinque, sei anni, mi avevano regalato una chitarrina di plastica. Era finta ma i miei mi chiesero se mi andava di fare un corso per imparare a suonarne una vera e dissi subito di sì. Lea, invece, ha iniziato a studiare pianoforte verso i dieci anni».