TREVISO Un giro d’affari da oltre 63 milioni di euro e mille nuovi posti di lavoro: ecco quanto potrà produrre la mostra “Da Picasso a Van Gogh”, organizzata da Linea d’Ombra di Marco Goldin, al via oggi a Santa Caterina. Alle 9 le porte del museo si apriranno al pubblico e si chiuderanno solo tra sei mesi, il 10 maggio 2026. Nel mezzo una lunga stagione dove Treviso e la Marca contano in un rilancio legato proprio all’effetto Goldin.

L’ANALISI

Alessandro Minello, economista e docente di Ca’ Foscari titolare del corso di Economia dell’Arte e della Cultura, ha elaborato cosa porterà la tanto attesa mostra, definita «volano per l’economia della nostra città» sia dal sindaco Mario Conte che dal presidente del Mandamento di Treviso dell’Ascom Federico Capraro. Il primo dato è quello dei visitatori, calcolato tenendo conto le prenotazioni già arrivate (oltre 30mila) e risultati ottenuti in passato da eventi del genere: «Ci si aspetta una forte attrazione di visitatori, ancora maggiore rispetto a quando era stata annunciata, tanto che oggi potrebbe raggiungere circa 260 mila visitatori», si sbilancia il docente. Minello, partendo da questa base, stima anche un possibile incasso: «Ipotizzando poi un prezzo medio del biglietto d’ingresso di 15 euro, una spesa media pro-capite al bookshop di circa 30 euro da parte del 30% delle persone che entrano alla mostra, si può stimare un introito diretto di circa 6 milioni di euro». E poi c’è l’indotto, quello che i visitatori potrebbero spendere una volta usciti da Santa Caterina, o prima di entrarci. E forse è il dato che più interessa anche categorie: «È necessario conteggiare la spesa che i visitatori effettueranno all’esterno, ovvero la spesa “fuori-mostra”, distinguendo i visitatori escursionisti (visitatori pendolari) dai turisti evento veri e propri (i visitatori della mostra che pernotteranno nelle strutture ricettive). Considerando una quota di escursionisti pari al circa il 70% dei visitatori, mentre il 30% sarà composto da turisti, nonché una spesa media di 40 euro pro-capite per i primi e 300 euro (per due pernottamenti) per i secondi, si può stimare una spesa complessiva “fuori mostra” di circa 30 milioni di euro». Ma questo non è l’effetto totale sul territorio che, oltre alle spese in acquisti, deve anche tenere conto dei fatturati che oltre 200mila persone in sei mesi riusciranno a produrre: «Applicando appositi moltiplicatori macroeconomici intersettoriali e del reddito, gli effetti indiretti potranno ammontare a 11 milioni di euro, mentre quelli indotti si stimano intorno ad 14 milioni di euro. In totale, quindi, la mostra attiverà in giro d’affari di circa 63 milioni di euro».

I SETTORI

Minello è però andato ancora più a fondo. Ha spremuto i modelli matematici per capire l’impatto sui vari comparti dell’economia trevigiana focalizzandosi su commercio, ricezione turista, artigianato, trasporti: «Si prevede che al sistema dell’accoglienza quindi strutture ricettive, ristorazione, bar potrà rivolgersi il 40% della spesa turistica, pari ad oltre 25 milioni di euro. A seguire il sistema distributivo, il commercio, per il quale si prevede una quota del 20% della spesa, per circa 13 milioni di euro. Ma significativa si stima anche la spesa che si rivolgerà ai prodotti artigianali, il 12% del totale, quasi 7 milioni di euro e quella al settore agroalimentare, il 10% con circa 6 milioni di euro. Infine, un 5% della spesa coinvolgerà l’intero sistema logistico pubblico e privato, la cui domanda potrà aumentare di circa 3 milioni di euro». Finito qui? No. L’effetto benefico dell’esposizione potrà avere riverberi anche sul fronte occupazionale: «Con il crescere della spesa turistica indotta dalla mostra si prevede, almeno per il periodo espositivo, un incremento dell’occupazione che complessivamente si aggirerà sulle mille unità delle quali circa 600 generate direttamente e 400 dal sistema di attivazioni sul territorio, con nuovi contratti di lavoro con differenti livelli di flessibilità. Accanto agli effetti diretti, indiretti e indotti, la mostra potrà generare anche effetti di sistema, ovvero essa potrà rappresentare un attrattore anche per altre offerte culturali presenti durante il periodo di apertura dell’evento e, soprattutto, dopo la sua conclusione».

Paolo Calia

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