di LUCA BAGNARIOL, CARLA DELLE VEDOVE, MANUEL MORGANTE, MARCO FALLARA
URBINO – Tra i dati emersi dal rapporto pubblicato dall’Osmed (Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali), uno in particolare vede protagonista la Regione Marche. Si tratta del consumo di farmaci ipolipemizzanti, utilizzati per il trattamento di malattie cardiovascolari e per l’abbattimento dei livelli di grassi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue. Secondo quanto riportato dall’osservatorio dell’Agenzia nazionale del farmaco (Aifa), 153,4 marchigiani su mille assumono quotidianamente farmaci – soprattutto statine – mirati a contrastare o prevenire queste malattie. Un dato che supera la media nazionale (ferma a 132) e che vede la Regione occupare la prima posizione della classifica italiana, seguita da Campania e Sardegna. Rispetto al 2023, i trattamenti sono aumentati del 9,3%, numeri superiori alla media nazionale ma lontani dalle percentuali toccate dalla Valle d’Aosta, che ha visto in un anno una crescita del 14,7% seppure con un numero ben al di sotto della media per quanto riguarda il numero di consumatori.
Incertezza sulle cause
Spiegare le cause di questo fenomeno è complicato. Secondo le linee guide dell’Organizzazione mondiale della sanità, esistono diversi fattori di rischio che contribuiscono all’emergere di malattie cardiovascolari. Tra questi, i principali sono il fumo, il consumo di bevande alcoliche, l’ipercolesterolemia, un’alimentazione scorretta e uno stile di vita sedentario. Osservando le tabelle stilate dall’Istituto superiore di sanità sul rischio di malattie cardiovascolari, le Marche occupano il primo posto a livello nazionale per quanto riguarda l’ipercolesterolemia riferita. Anche nella classifica per il consumo di alcolici, la regione è seconda solo alla Provincia autonoma di Bolzano, superando il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Un altro dato rilevante potrebbe essere la presenza di persone con almeno una patologia cronica riferita (insufficienza renale, bronchite cronica, enfisema, insufficienza respiratoria, asma bronchiale, ictus o ischemia cerebrale, diabete, infarto del miocardio, ischemia cardiaca o malattia delle coronarie, altre malattie del cuore, tumori – comprese leucemie e linfomi -, malattie croniche del fegato o cirrosi). Secondo le stime dell’Iss, in questa categoria le Marche ottengono il primato nazionale. Guardando ad altri indicatori invece la situazione nelle Marche è positiva. Ad esempio nel 2024 il consumo quotidiano di frutta e verdura – almeno tre volte al giorno – è sopra la media nazionale (52,4% contro 45,6%), come anche la quantità di marchigiani che praticano attività fisica (54,7% contro 49,2&). In linea con la media nazionale l’abitudine al fumo (22,0% e 23,8%). Sempre riguardo alla dieta dei marchigiani, nel 2024 il consumo di carne rossa e salumi da parte di persone di 3 anni o più si avvicina alla media nazionale e non presenta particolarità rilevanti rispetto alle altre regioni italiane: carne di bovino 59,3% contro 59,2%; carne di maiale 45,6% contro 43,5%, salumi 60% contro 57,7%.
Secondo Ilaria Battistoni, dirigente medico dell’ospedale Riuniti di Ancona specializzata in cardiologia, c’è un dato che permette di spiegare questo fenomeno: “Sicuramente il fatto che i farmaci ipolipemizzanti siano così prevalenti si può ricondurre al numero elevato di anziani nella nostra Regione, di gran lunga superiore alla media nazionale”. Sulla correlazione con l’alto consumo di bevande alcoliche, invece, la cardiologa è più cauta: “Il consumo di alcol nella nostra Regione ha delle radici culturali molto forti. Questo però ha un impatto molto meno pronunciato rispetto ad altri fattori di rischio come il fumo, un’alimentazione non congrua e la sedentarietà”. Battistoni sottolinea poi come l’alto consumo di farmaci ipolipemizzanti non debba spaventare: “Questo dato dev’essere letto in modo positivo. Il fatto di prescrivere più farmaci di questo tipo, come le statine, per ridurre eventi cardiovascolari, è un fatto assolutamente virtuoso e di cui essere contenti”.