di
Mario Sensini

Le nuove misure, dal prelievo sull’oro a quello sulle banche. Merito delle regole europee sui bilanci, che impongono una copertura ferrea sulle nuove leggi di spesa

C’è la tassa sulla rivalutazione volontaria dell’oro, ma anche l’aumento dell’Irap per le banche. Merito delle nuove regole europee sui bilanci, che impongono una copertura ferrea sulle nuove leggi di spesa, quest’anno tra gli emendamenti di maggioranza alla manovra spuntano anche quelli che mirano a recuperare risorse con nuove misure. Una novità, perché di solito le modifiche proposte alla Legge di Bilancio pescavano su fondi già esistenti o sulle rimodulazioni di spesa.

Nuove risorse serviranno comunque per sistemare alcuni dei punti più controversi della manovra di bilancio. Nella coalizione c’è accordo sulla necessità di alleggerire l’inasprimento fiscale sugli affitti brevi e sui dividendi delle holding di partecipazione, ma anche la stretta alle compensazioni tra crediti fiscali e debiti previdenziali, e per evitare l’aumento dell’età pensionabile per le forze dell’ordine e la sicurezza. Altro capitolo su cui potrebbero esserci modifiche è quello degli incentivi alle imprese. C’è poi il nodo del sisma 2016: il 110% con sconto in fattura e cessione del credito non è stato confermato per il ‘26 e 5 mila cantieri tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo rischiano un buco di 1,4 miliardi di euro.



















































Tassa sull’oro e sui dividendi

Forza Italia, che propone una tassa sulla rivalutazione volontaria dell’oro da investimento per compensarla, è pronta a dare battaglia per abolire, o mitigare, la norma della Legge di Bilancio che inasprisce il regime fiscale dei dividendi. Lo stesso governo sta valutando dei possibili correttivi, ma non sarà facile perché per come è scritto l’articolo 18 della manovra porta un gettito di 1 miliardi di euro nel ‘26.

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La norma stabilisce che la tassazione agevolata dei dividendi da partecipazione scatti solo se la quota posseduta nella società sia superiore al 10% del capitale. E si applica al reddito degli imprenditori e delle società. Per queste i dividendi delle società partecipate con meno del 10%, oggi tassati all’1,2%. sarebbero soggetti alla tassazione ordinaria del 24% (+1900%). Per gli imprenditori entrerebbero tutti nella base imponibile soggetta all’aliquota marginale.

Affitti brevi

Sia la Lega, che Fratelli d’Italia che Noi Moderati hanno presentato emendamenti alla Legge di Bilancio per sopprimere la norma che aumenta la cedolare secca sugli affitti brevi online dal 21 al 26%, e che viene criticata anche dall’opposizione. Il gettito previsto è di 100 milioni di euro, quindi non impossibile da compensare con qualche altra misura. Lo stesso governo sembra disponibile a ragionare sul tema casa, con il ministro Salvini che punta ad anticipare al ‘26 le risorse per un nuovo piano di edilizia popolare. 

Sugli affitti brevi FI ha proposto di ripristinare l’imposta del 21% sull’unica casa data in locazione, applicando il 26% a tutti gli affitti se gli immobili locati sono due o più. Sempre FI, però, propone anche di ridurre dal 21% al 16% la cedolare secca sugli affitti oltre l’anno. Noi Moderati la vorrebbe portare al 15%, ma una simile norma costerebbe almeno 800 milioni.

Compensazioni fiscali

La maggioranza chiede al governo di attenuare la stretta sulle compensazioni fiscali prevista dalla manovra. Dal prossimo luglio non sarebbe più possibile, secondo il testo della legge di Bilancio, compensare i debiti previdenziali e assicurativi verso Inps e Inail con i crediti fiscali diversi da quelli che emergono dalle dichiarazioni dei redditi.

Sarebbero inutilizzabili a questo scopo, ad esempio, tutti i crediti 110% già acquistati dalle imprese e dai professionisti del comparto edilizio, così come i crediti di imposta maturati nell’autotrasporto per compensare le accise sui carburanti, ma anche tutti i bonus maturati dalle imprese sugli investimenti. Da parte del governo c’è disponibilità a ragionare sulla mitigazione della stretta, che porta circa 100 milioni di euro a regime, una cifra non altissima. Sia la Lega che Forza

Fondi alla sicurezza

Uno dei temi su cui si concentrano gli emendamenti alla manovra è quello delle pensioni e del rafforzamento delle forze dell’ordine. Nella Legge di Bilancio è previsto che dal 2027, quando l’età di pensionamento si alzerà di un mese per tutti, salvo per chi fa lavori usuranti, per le forze dell’ordine scatti un aumento di ulteriori tre mesi. 

Misura molto contestata dal comparto sicurezza, che chiede più risorse per la previdenza complementare e per i contratti di lavoro, e che ha trovato l’appoggio di FI, FdI e Lega, ma anche dell’opposizione, che nei 16 emendamenti unitari ha proposto di dirottare al settore i fondi stanziati sul centro per i migranti in Albania. La Lega ha proposto di aumentare di due punti la sovrattassa Irap su banche e assicurazioni per finanziare adeguatamente il comparto, FI ha proposto 3 mila assunzioni.

Ricostruzione sisma 

Niente più cessione del credito per il 110% nei crateri sisma, dove è ancora utilizzato per compensare le spese non coperte dal contributo di ricostruzione. La manovra prevede che nel ‘26 la detrazione del 110% sia scontabile in 10 anni (non più 4) e solo dai proprietari. Molti dei quali, però, non hanno capienza fiscale. Il problema riguarda 5 mila cantieri tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, dove ballano lavori (ora coperti dalle imprese con lo sconto in fattura del 110%), per 1,4 miliardi di euro. 

Spese che finirebbero sulle spalle dei cittadini, con il rischio di bloccare la ricostruzione. Molti di quei cantieri sono aggregati e condomini che, anche per un solo incapiente, si fermerebbero. Tutta la maggioranza cerca una soluzione, ma il Mef esclude la possibilità di ripristinare la cessione del credito. Potrebbe però restare lo sconto in fattura, con una detrazione decennale per le imprese.

Iper-ammortamento per le imprese

Tra gli interventi della legge di Bilancio che potrebbero subire modifiche (ma anche qui c’è un problema di risorse) c’è il nuovo regime fiscale per favorire gli investimenti delle imprese, che potrebbe essere rafforzato e reso più stabile nel tempo, almeno su un arco triennale. La manovra prevede infatti solo per il 2026 la maggiorazione degli ammortamenti, la quota di spesa che è possibile scontare dalla dichiarazione dei redditi, per gli investimenti delle imprese nei beni strumentali.

Ogni euro speso, per i progetti di investimento fino a 2,5 milioni di euro, darebbe luogo a 1,8 euro di deduzioni, 2,2 euro se fossero collegati all’efficientamento energetico. Il governo valuta la possibilità di estendere il beneficio per tutto il prossimo triennio. La misura, però, vale molto meno degli 8 miliardi l’anno per tre anni richiesta dalla Confindustria.

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15 novembre 2025 ( modifica il 15 novembre 2025 | 09:10)