Qualche giorno fa abbiamo parlato di Benoit Cosnefroy e del suo passaggio alla UAE Emirates. Ripartendo proprio da questo pezzo e dai suoi contenuti, oggi ritorniamo sul francese e lo facciamo con Mauro Gianetti, CEO della squadra numero uno al mondo.
In particolare ci ha colpito una frase di Cosnefroy: «Quando Mauro Gianetti mi ha presentato il progetto, ho capito che questa squadra era la sfida ideale per me in questa fase della mia carriera». Perché dunque la nuova squadra sarebbe così ideale per l’ex Decathlon-Ag2R?


Mauro, partiamo dall’arrivo proprio di Cosnefroy da voi: come è andata? L’avete cercato voi?
In realtà è stato il suo agente a contattarci dicendoci che era libero e che avrebbe avuto piacere di correre con noi. A quel punto noi gli abbiamo chiesto cosa venisse a fare da noi, cosa si aspettasse e la sua risposta è stata importante.
Quale è stata?
Correre con voi mi renderebbe motivatissimo. Io sono francese, ma non ho la pretesa o il pallino del Tour de France. Io voglio stare nella squadra numero uno al mondo per crescere come atleta, per cercare di fare tutto al meglio come hanno fatto tutti i corridori che sono approdati in UAE Team Emirates. Tanto più che vengo da un anno difficile e ho voglia di rialzarmi. So che voi potete darmi il supporto tecnico necessario per il mio miglioramento e io sono pronto a dare una mano. E se poi dimostrerò di avere le qualità necessarie e ci saranno percorsi giusti sarei pronto a dire la mia.
Però! Fossero tutti così…
Veramente! Subito si è mostrato con qualità umane non da poco. E questo l’ho apprezzato.
Già lo avete avuto con voi?
Sì, nei giorni che abbiamo passato negli Emirati Arabi Uniti. Era felicissimo, sereno e convinto della scelta fatta e di trovarsi in questo ambiente. Si è subito integrato, ma devo dire che questo è anche facile nel nostro gruppo.


Perché?
Perché come dico spesso siamo davvero amici. Quello della UAE Team Emirates è un gruppo aperto, internazionale e caloroso. Benoit l’ho visto bello brillante, sciolto nel parlare con gli altri. E per me si è anche divertito. Dai, sono fiducioso. Era beato tra i compagni. Mi sembra sia stato un bell’acquisto.
E invece, Mauro, da un punto di vista tecnico di che atleta parliamo? E come s’inserisce nella vostra rosa?
E’ un corridore che in qualche modo va a sostituire Alessandro Covi: un corridore che ogni squadra vorrebbe avere, in quanto sa aiutare ma sa anche vincere. Sa prendersi le sue responsabilità a prescindere dal ruolo che gli si dà. Un atleta così può andare bene sia per le gare di un giorno che per quelle di una settimana. Sa scattare, sa andare in fuga e cosa importantissima sa svolgere lavori ad alta intensità, ovviamente nei percorsi accidentati o su salite fino a 10-15 minuti.
Avete già definito già il suo programma?
No, per adesso c’è stato solo questo incontro. I programmi li faremo poi con Matxin a dicembre.
Cosnefroy vuole crescere, anche tecnicamente: ha già fatto qualcosa sul piano tecnico?
E’ già venuto al nostro service course. Per ora siamo partiti con un approccio soft, nel senso che abbiamo riportato le misure che aveva sulla vecchia bici e le abbiamo adattate sulle Colnago, ma qualche piccola modifica alla posizione l’abbiamo già fatta. Il resto lo faremo col tempo.


Un corridore vivo
L’idea che un corridore, come dice Cosnefroy, voglia continuare a crescere, sperimentare, migliorare vuol dire che è ancora attivo. E’ mentalmente sul pezzo. Probabilmente soprattutto all’inizio sarà utilizzato in supporto. La UAE Emirates è infarcita di campioni ed è comprensibile che ci siano un certo inserimento e, perché no, anche delle gerarchie. Ma ciò non toglie il fatto che se Benoit dovesse andare forte, non esiterebbe ad avere più spazio. In questi anni la UAE si è sempre mostrata molto propensa a lasciare spazio a chi andava forte e a rotazione tutti hanno avuto le loro chance.
Tra l’altro si è proposto con umiltà. Ha ribadito persino al suo fans club di non pretendere di essere al Tour e che anzi, quasi certamente, non ci sarà.
«I miei infortuni hanno complicato il mercato – ha detto Cosnefroy al giornale locale di casa sua, La Presse de la Manche – ma era l’ultima spiaggia per rimanere ai massimi livelli». Questa grinta è ciò che lo rende vivo e giovane nonostante la prossima stagione lo vedrà andare per i 31 anni.