di
Marta Serafini

Quasi 1,5 milioni le persone considerate vulnerabili. Per gli operatori umanitari «gli effetti saranno ancora più tragici nei prossimi giorni a causa dell’umido e del freddo»

DALLA NOSTRA INVIATA
GERUSALEMME – Da ieri forti piogge sopra Israele e la Cisgiordania. Ma soprattutto su Gaza. Le immagini che arrivano dalla Striscia mostrano sfollati e civili in condizioni di estrema difficoltà con materassi, vestiti e altri effetti personali inzuppati dall’alluvione.

Gli operatori umanitari che si trovano dentro l’enclave ci parlano di «condizione disperata i cui effetti saranno ancora più tragici nei prossimi giorni a causa dell’umido e del freddo».



















































L’agenzia della protezione civile di Gaza spiega che le inondazioni di venerdì hanno colpito principalmente i palestinesi nel nord della Striscia, dove centinaia di migliaia di persone sono tornate dopo l’accordo di cessate il fuoco del mese scorso tra Israele e Hamas. Sono state segnalate inondazioni anche a Deir el-Balah, nella Striscia centrale. Si tratta di zone colpite per due anni e oltre da pesanti bombardamenti. 

«Sollecitiamo la rapida consegna di case, roulotte e tende a queste famiglie sfollate per contribuire ad alleviare le loro sofferenze, soprattutto perché siamo all’inizio dell’inverno», è l’appello dell’agenzia.

Le organizzazioni umanitarie che lavorano per fornire assistenza per gli alloggi nei territori palestinesi occupati hanno dichiarato all’inizio di novembre che circa 260.000 famiglie palestinesi, per un totale di quasi 1,5 milioni di persone, sono vulnerabili con l’avvicinarsi dei freddi mesi invernali.

«Abbiamo pochissime possibilità di proteggere le famiglie dalle piogge invernali e dal freddo», ha affermato Angelita Caredda, direttrice per il Medio Oriente e il Nord Africa del Norwegian Refugee Council (NRC), in una dichiarazione del 5 novembre.

Settimana scorsa è iniziata la transizione nella gestione degli aiuti. Il COGAT, l’unità delle Forze di Difesa Israeliane responsabile della regolamentazione e della facilitazione degli aiuti a Gaza, cede la gestione al Centro di Coordinamento Civile-Militare istituito nel sud di Israele, vicino al confine con Gaza.

Dall’inizio del cessate il fuoco a Gaza il mese scorso, gli aiuti umanitari, pur aumentati sono rimasti notevolmente limitati da Israele e l’accesso avviene ancora a singhiozzo. 

15 novembre 2025 ( modifica il 15 novembre 2025 | 13:17)