di
Stefano Montefiori

La 46enne deputata e braccio destro di Mèlenchon si presenta al voto del 2026 con un programma che ricorda quello del neo sindaco di New York

PARIGI Con lo slogan «Nuova Parigi popolare» la 46enne deputata Sophia Chikirou si lancia nella corsa per succedere a Anne Hidalgo come sindaca di Parigi. Si vota nel marzo 2026, e Chikirou cercherà di calvalcare l’onda che ha portato il socialista Zohran Mamdani a conquistare New York. Chikirou è una delle esponenti più in vista della France insoumise, il partito di Jean-Luc Mélenchon che in Francia contende ai socialisti la leadership della sinistra, e a Parigi l’espressione del «Mamdani francese». Subito dopo la vittoria a New York, il candidato socialista a Parigi Emmanuel Gregoire ha chiesto alla gauche di ispirarsi allo slancio di Mamdani «per aprire la strada a una vittoria della sinistra a Parigi nel 2026 contro le destre estreme e reazionarie».

Ma su X Sophia Chikirou gli ha risposto immediatamente rivendicando per lei quel ruolo e criticando i socialisti francesi, nemici a sinistra: «Se sostenete Zohran Mamdani a New York, dovete sostenere La France insoumise a Parigi. Zohran ha vinto per le sue posizioni: combattere i ricchi, la speculazione, rendere gratuiti i trasporti pubblici, sostenere la Palestina, dare voce ai lavoratori contro la gentrificazione. È l’opposto di ciò che fate voi da anni. Chi vuole questo programma a Parigi, voti per La France insoumise!”, cioè per Sophia Chikirou.



















































L’esponente della sinistra radicale ha curato le campagne presidenziali di Jean-Luc Mélenchon, in particolare quella del 2017 che fece scalpore: a lei si deve l’idea degli ologrammi, che moltiplicarono la presenza di Mélenchon ai quattro angoli della Francia, e l’abilità di usare i social media dando a Mélenchon una grande visibilità presso gli elettori più giovani.
Sophia Chikirou è considerata il braccio destro del leader, la consigliera più ascoltata e secondo molte voci ha un ruolo centrale anche nella sua vita privata e sentimentale. Mélenchon si è sempre rifiutato di confermarlo o smentirlo, in particolare dopo che venne notata la presenza di Chikirou nel suo appartamento in occasione di una perquisizione sui conti di campagna, nell’ottobre 2018. Di fronte alle domande dei giornalisti, Mélenchon rispose con la consueta verve: «Qual è la qualità dei miei rapporti con la signora? Eccellente!». E ancora: «Qual è il mio stato civile? Lo conoscete? Qual è il mio status fiscale? Sono single, grazie!», prima di rivolgersi con sarcasmo a un’altra giornalista: «La ringrazio per la qualità delle sue domande. La mia vita privata non la riguarda, signora, altrimenti parleremo della sua!».

Chikirou propone una svolta rispetto alla politica condotta finora dalla socialista Anne Hidalgo: «Mi candido per rompere in modo netto e deciso con ciò che viene fatto oggi», ha dichiarato nella conferenza stampa di lancio della campagna per le municipali 2026, attaccando «la gestione priva di audacia» di Hidalgo. Chikirou poi ha criticato la principale concorrente di destra, Rachida Dati, inossidabile sarkozysta oggi ministra della Cultura, che secondo lei porta avanti un «programma di infelicità sociale, mano nella mano con Emmanuel Macron». Il personaggio pubblico di Chikirou è controverso, perché la sua vicinanza con il capo è considerata uno dei fattori che determinano i suoi modi autoritari all’interno del partito. Come direttrice di Média, la web tv degli Insoumis, ha raccolto le accuse di molti dipendenti che hanno sottolineato la sua gestione brutale, e molti ancora le rinfacciano un suo sms omofobo che venne rivelato dalla trasmissione d’inchiesta «Complément d’enquête», a proposito di un documento in preparazione che la sfiduciava: «Lo fanno, lo firmano e se lo mettono… Queste donnette di m…», riferendosi ai membri della redazione. Nei momenti concitati delle elezioni anticipate dell’estate 2024 Chikirou definì “cimici” i socialisti di François Hollande, mentre il segretario nazionale del Partito comunista Fabien Roussel, colpevole di essersi candidato alle presidenziali 2022 togliendo voti preziosi a Mélenchon, venne paragonato al collaborazionista coi nazisti Jacques Doriot.

Di recente la donna ha fatto scalpore con alcune dichiarazioni sulla Cina, quando ha affermato che il Paese guidato da Xi Jinping non è una dittatura. «La libertà di espressione in Cina è minacciata tanto quanto quella che abbiamo in Francia», ha aggiunto. Pochi giorni fa è stata tra i pochi politici francesi a difendere i quattro attivisti pro-Palestina arrestati dopo aver interrotto il concerto dell’Orchestra Filarmonica di Israele a Parigi accendendo fumogeni tra gli spettatori. Lo scorso 24 settembre è stata indagata per frode aggravata dell’indagine sui conti della campagna presidenziale del 2017 di Jean-Luc Mélenchon, perché sospettata di avere gonfiato le fatture della sua società di consulenza. Ma la direzione del partito ha denunciato «un’operazione politico-giudiziaria senza fine che ha come bersaglio l’entourage di Jean-Luc Mélenchon», assicurando a Sophia Chikirou «sostegno amichevole e totale fiducia». Con questo profilo, l’impresa di conquistare Parigi non sembra facile. Ma l’obiettivo reale, questo sì a portata di mano, potrebbe essere impedire la vittoria della sinistra moderata a Parigi, indebolendo così i rivali di Mélenchon a sinistra per l’elezione che conta di più, quella presidenziale del 2027.

15 novembre 2025