di
Natalia Distefano
A Palazzo Apostolico l’udienza con attori, registi e autori. Presenti anche Giuseppe Tornatore, Monica Bellucci, Matteo Garrone, Dante Ferretti. «Un buon film può tutelare la dignità umana», ha detto Prevost
Cate Blanchett gli ha regalato un braccialetto solidale con gli sfollati, Spike Lee si è presentato con in dono una maglia da basket dei New York Knicks. E poi c’erano anche Viggo Mortensen, Marco Bellocchio, Monica Bellucci, Sergio Castellitto, Francesca Archibugi, Matteo Garrone, Ferzan Ozpetek, Stefania Sandrelli, Giuseppe Tornatore, Stéphane Brizé, Liliana Cavani, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, Gus Van Sant, Abel Ferrara, Emir Kusturika, Maria Grazia Cucinotta, Stefania Sandrelli e Luca Barbareschi. Tutti in Vaticano da Papa Leone XIV, che sabato mattina ha ricevuto una delegazione di rappresentanti dell’industria mondiale del cinema.
Il Papa applaudito da attori e registi
Attori, registi e autori ai quali il pontefice ha rivolto un messaggio che ha colpito nel segno. «Ha parlato delle sale cinematografiche, del cinema come fatto collettivo, nominando tutti i settori che contribuiscono a farlo – ha commentato il regista Roberto Andò – con un tono da spettatore appassionato, che considera il cinema nel suo ruolo essenziale, quindi di dialogo con gli aspetti spirituali, ma anche sociali. E ha esortato «chi fa politica a considerare il cinema un bene prezioso». Anche Francesca Archibugi ha applaudito il messaggio del Papa: «È sceso davvero fra di noi, fra la gente, fra i lavoratori che stanno vivendo momenti di angoscia perché il settore è del tutto fermo. Un gesto molto importante, molto bello da parte di Papa Leone perché migliaia di persone lavorano nel cinema».
Il discorso di Leone XIV
Nel suo discorso il Pontefice ha riconosciuto il valore di «arte popolare nel senso più nobile, che nasce per tutti e parla a tutti». Un settore da tutelare, un «laboratorio di speranza» per il bene comune. Da qui il forte appello: «Le sale cinematografiche vivono una preoccupante erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. E non sono in pochi a dire che l’arte del cinema e l’esperienza cinematografica sono in pericolo – ha detto il Papa -. Invito le istituzioni a non rassegnarsi e a cooperare per affermare il valore sociale e culturale di questa attività». Prevost, applaudito più volte dai presenti, ha poi evidenziato che il «buon cinema» può «salvaguardare e promuovere la dignità umana».
Leone XIV: «Il cinema racconti le ferite del mondo»
E ha esortato: «Non abbiate paura del confronto con le ferite del mondo. La violenza, la povertà, l’esilio, la solitudine, le dipendenze, le guerre dimenticate sono ferite che chiedono di essere viste e raccontate. Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna, lo indaga» perché «dare voce ai sentimenti complessi, contraddittori, talvolta oscuri che abitano il cuore dell’essere umano è un atto d’amore. L’arte non deve fuggire il mistero della fragilità: deve ascoltarlo, deve saper sostare davanti ad esso. Il cinema, senza essere didascalico, ha in sé, nelle sue forme autenticamente artistiche, la possibilità di educare lo sguardo».
I doni al pontefice
Tra i momenti più curiosi l’incontro con Spike Lee, che ha definito il Pontefice «un cinefilo» e gli ha donato una maglia dei bcol numero 14 e la scritta «Pope Leo»: «Perché il Papa viene Villanova e i Knicks hanno 3 giocatori che provengono da lì», ha commentato la star americana. Poi quello con Cate Blanchett, premio Oscar e ambasciatrice delle Nazioni Unite per i rifugiati, che gli ha invece donato un braccialetto che lei indossa come segno di solidarietà con le persone sfollate: «Le sue parole sono state davvero stimolanti. Ci ha esortato a non rifuggire dalle storie difficili e dolorose», ha commentato Blanchett dopo aver presentato a Prevost il Diplacement Film Fund, un nuovo programma di sovvenzioni da lei
guidato per sostenere e finanziare il lavoro di registi sfollati «perché quelle
voci vengono spesso emarginate dal mainstream».
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15 novembre 2025 ( modifica il 15 novembre 2025 | 19:41)
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