Spunta in Manovra la proposta di una cedolare secca al 21% sugli affitti di negozi e botteghe. L’agevolazione, al momento, è prevista per il solo 2026, in attesa che si arrivi a una soluzione duratura, così come previsto dalla riforma del fisco che, tra gli obiettivi della delega, ha incluso la possibilità di estendere il regime della cedolare secca anche per le locazioni di immobili commerciali. 

L’emendamento

L’ipotesi circola da alcuni mesi. Già in estate ne aveva parlato il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti. La proposta non ha tuttavia trovato spazi nel testo della legge di Bilancio approdato in Senato. Ora compare nel faldone di oltre 5.500 emendamenti presentati a Palazzo Madama, tra i correttivi depositati da Forza Italia, a firma del senatore Roberto Rosso. Con molta probabilità potrebbe finire nell’elenco dei cosiddetti segnalati, ossia in quel ristretto numero di emendamenti che i gruppi parlamentari considerano prioritari e puntano a far entrare nel testo finale della Manovra. La proposta riprende di fatto la sperimentazione già nel periodo pre Covid, che aveva dato possibilità di usufruire l’agevolazione al 21% soltanto ai contratti stipulati nel 2019 (e poi rinnovati). L’idea è di favorire soprattutto i piccoli commercianti e le imprese familiari, quelli che più subiscono i costi troppo alti dei rinnovi. L’aliquota ridotta verrebbe infatti applicata agli immobili fino a 600 metri quadri.

Piano casa

La casa è uno dei grandi capitoli della Manovra. Non soltanto perché una parte consistente della maggioranza punta a rivedere l’aumento della tassazione sugli affitti brevi e propone, con gli emendamenti, di cancellare una volta per tutti i rincari. Le Lega ad esempio prova a inserire le prime direttive del Piano Casa cui lavora il ministero delle Infrastrutture, indicando l’edilizia sociale per gli anziani e gli alloggi per i giovani da affittare con diritto di riscatto tra i programmi prioritari. Quando mancano sette giorni alle regionali campane della prossima settimana, a tenere banco nelle file delle maggioranza è poi la richiesta targata Fratelli d’Italia di riaprire la sanatoria edilizia del 2003 voluta dall’allora governo Berlusconi. Il partito meloniano ha spiegato che la proposta guarda soprattutto alla Campania, perché all’epoca la Regione tardò nell’approvare alcune norme attuative e non aderì. Edmondo Cirielli, candidato presidente per il centro-destra ed esponente di spicco di FdI ha definito l’iniziativa dei suoi colleghi di partito: «un atto di giustizia atteso da migliaia di famiglie campane costrette a realizzare case per necessità abitativa, non per abusivismo selvaggio». Più cauto il leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «la questione va affrontata caso per caso, bisogna vedere quali possono essere sanate e quali no». Il problema, ha aggiunto, «va affrontato», perché soprattutto in Campania c’è il rischio «di abbattimenti che lasciano in mezzo alla strada le persone», creando «un problema sociale». Quindi, conclude, «dobbiamo affrontare il problema con serenità, senza dogmatismo, e prendere una decisione».

Una differenza di vedute nella quale si infilano le critiche delle opposizioni alla sola idea di un condono. Non è l’unica polemica scatenata dal carosello di richieste di correzioni alla Manovra. Sempre Fdi ha infatti anticipato la Lega e proposto che i lavoratori dei trasporti dichiarino «preventivamente» la propria intenzione di aderire ad uno sciopero. Una proposta «inaccettabile», è stata la risposta dei sindacati.

Le assicurazioni

Nei documenti presentati dai partiti, in attesa che si componga il fascicolo finale, trova spazio anche un’interpretazione che dà ragione all’Agenzia delle Entrate nella contesa con le assicurazioni sull’imposta dovuta per le coperture auto per gli infortuni del conducente. Oggi infatti sono tassate al 2,5%. L’Ente ritiene invece che debbano essere assimilate all’Rc Auto, cui è applicato un prelievo del 12,5%. Un aggravio non da poco per imposte che sono dovute dall’assicurato e per le quali le compagnie fungono solo da sostituto d’imposta. Una proposta di Fdi, sposa l’interpretazione dell’Ente e mette a punto una «procedura di versamento spontaneo» con la quale le compagnie possono comunicare all’Agenzia le maggiori imposte dovute, senza sanzioni o interessi, entro il 31 maggio prossimo. Lo schema concede inoltre la possibilità di versare tutto in tre rate tra il 2026 e il 2028, la prima delle quali entro il 16 novembre del prossimo anno. L’attesa ora è per il fascicolo definitivo.


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