Caricamento player
Il governo ucraino sta cercando di limitare gli effetti del grosso scandalo di corruzione che ha colpito alcuni suoi esponenti, oltre che imprenditori vicini al presidente Volodymyr Zelensky. Il governo sta cercando di fare in modo che lo scandalo non gli faccia perdere la fiducia degli alleati occidentali, soprattutto in un momento di difficoltà finanziaria, in cui ha bisogno di grossi trasferimenti economici per mantenere le attività quotidiane e la difesa del paese dalla Russia.
Lo scandalo sta inoltre suscitando molta rabbia nell’opinione pubblica, tra le altre cose perché riguarda uno schema di corruzione dentro le società energetiche ucraine, in un momento in cui gli attacchi russi stanno colpendo sistematicamente le infrastrutture dell’energia, con gravi conseguenze per la popolazione. In alcune zone di Kyiv, la capitale, l’elettricità manca fino a 11 ore al giorno, e con l’arrivo dell’inverno ci sono timori anche per le interruzioni al riscaldamento degli edifici: secondo alcune analisi quest’inverno potrebbe diventare il più pesante dall’inizio della guerra, nel 2022.
Zelensky e il governo stanno cercando di recuperare la fiducia con provvedimenti che però finora sono considerati troppo timidi. Tra le altre cose il presidente ha costretto alle dimissioni i ministri coinvolti; rinnovato le leadership di Energoatom, l’azienda statale dell’energia nucleare coinvolta nello scandalo; annunciato un nuovo consiglio di supervisione dell’ente; creato una nuova commissione speciale in parlamento. È stato inoltre annunciato un nuovo sistema di controllo anticorruzione per le commesse pubbliche.
Non è chiaro se questi interventi basteranno, soprattutto se il caso di corruzione dovesse allargarsi ulteriormente.

Zelensky in conferenza stampa, settembre 2025 (Ed Ram/Getty Images)
Lo scandalo riguarda uno schema di corruzione che coinvolge Energoatom: secondo le indagini, un gruppo di politici e di imprenditori si era organizzato per chiedere tangenti del 10-15 per cento sul valore di tutti i contratti della società, e in totale avrebbe sottratto allo stato quasi 100 milioni di euro. Ha provocato particolare rabbia anche il fatto che sarebbero state imposte tangenti anche ad aziende che lavoravano per costruire sistemi di protezione per le infrastrutture energetiche ucraine dai missili e dai droni russi.
Sono stati coinvolti nello scandalo vari membri o ex membri del governo: l’ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov, accusato di aver ricevuto 100mila euro; l’ex ministro dell’Energia e poi ministro della Giustizia Herman Halushchenko; e l’ex ministro della Difesa Rustem Umerov, poi nominato al Consiglio di sicurezza nazionale. Non è direttamente coinvolta, ma è accusata di non avere vigilato a dovere, la ministra dell’Energia Svitlana Grynchuk. Negli scorsi giorni, dopo qualche esitazione, Zelensky ha prima sospeso e poi costretto alle dimissioni i due ministri coinvolti che erano ancora in carica, cioè Halushchenko e Grynchuk.
Il capo dell’organizzazione criminale, secondo le indagini, sarebbe Timur Mindich, imprenditore e socio assieme a Zelensky di Kvartal 95, la casa di produzione del presidente quando ancora, prima di assumere incarichi politici, era un attore e comico. Mindich avrebbe ricevuto una soffiata e, prima di essere arrestato, è scappato in Israele. Negli scorsi giorni i media ucraini hanno pubblicato le foto di un appartamento di Mindich a Kyiv, che tra le altre cose mostrano un bagno con i sanitari completamente dorati. Anche un altro imprenditore coinvolto, Mykhailo Tsukerman, è riuscito a evitare l’arresto.

Il bagno dorato dell’appartamento di Timur Mindich (Telegram)
L’indagine è stata portata avanti dall’agenza nazionale anticorruzione (Nabu nell’acronimo ucraino). A luglio Zelensky e la sua maggioranza parlamentare avevano cercato di ridurre i poteri della Nabu e della Sapo, le due agenzie anticorruzione, secondo i critici proprio per evitare che fosse conclusa l’indagine. La legge contro le agenzie fu approvata e firmata dal presidente, ma poi fu ritirata dopo grosse proteste popolari e davanti alla preoccupazione degli alleati occidentali, che giudicarono il provvedimento come antidemocratico.
Secondo gli alleati di Zelensky, il fatto stesso che lo scandalo sia emerso prova che il sistema giudiziario e politico ucraino è ancora libero e trasparente. «Lo scopo del governo è di mostrare alla società ucraina e ai partner [internazionali] che non tollereremo la corruzione in nessuna circostanza, e risponderemo rapidamente», ha detto a Politico Yulia Svyrydenko, la prima ministra.
Per i critici, però, lo scandalo è emerso malgrado i tentativi di Zelensky e di altri di tenerlo nascosto, e questo rischia di provocare una grave perdita di fiducia. Serhiy Fursa, un opinionista politico, ha scritto in questi giorni: «Non possiamo permetterci che il presidente ucraino e il governo ucraino perdano quel che resta della loro legittimità, nel pieno della guerra».