di
Simone Golia
L’ex allenatore dell’Inter Andrea Stramaccioni non si sente un bagnino eroe: «Le due ragazze erano trascinate dalle correnti. Ero con mia moglie e ho agito d’istinto. La più grande era in panico, ma la ho spinta verso un’insenatura»
All’Holiday Village di Vieste, rinomata stazione balneare del parco nazionale del Gargano, anche tre giorni dopo non si parla d’altro. Una troupe della Rai varca i cancelli verso mezzogiorno, seguita qualche ora più tardi da Domenico Rega, il comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo, che si presenta con in mano un cappellino della Guardia Costiera. È un omaggio per Andrea Stramaccioni — 49 anni, nel 2012 allenatore dell’Inter quando ne aveva appena 36 e oggi stimato opinionista per Dazn — che nella giornata di lunedì ha salvato due ragazze di Bolzano di 17 e 19 anni, tirandole fuori dalle acque che le stavano inghiottendo. Si erano spinte verso gli scogli per trovare onde più alte, un comportamento imprudente che poteva costare loro caro se Andrea e il bagnino Antonio, 29 anni, non fossero intervenuti.
Come sta? Le onde l’hanno sballottata contro gli scogli causandole ferite su braccia e gambe.
«Solo graffi. L’importante è che tutti siano tornati a casa sani e salvi, dalle ragazze al bagnino».
Come ha capito che la situazione era critica?
«Ero sotto l’ombrellone con mia moglie e alcuni amici. A un certo punto ho visto che un numero inusuale di persone si stava accalcando presso gli scogli e che il bagnino stava continuando a fischiare animatamente».
A quel punto ha deciso di tuffarsi.
«Lui da solo non ce l’avrebbe mai fatta a salvarle. Erano finite nell’acqua alta e in balia delle correnti. Mi sono precipitato dalla più giovane, dicendole di restare sul dorso e che in pochi minuti l’avrei tirata fuori. Così è stato».
E poi?
«Ho notato che la ragazza più grande e il bagnino erano in enorme difficoltà. Lei spariva e ricompariva dall’acqua, presa dal panico mi tirava giù. La barca di salvataggio, che nel frattempo aveva soccorso il bagnino, non riusciva a venirci a prendere. Eravamo troppo vicini agli scogli. Poi ho capito che la ragazza aveva solo un modo per salvarsi, cioè infilarsi in una piccola insenatura. L’ho afferrata e l’ho spinta lì con tutte le mie energie».
Dove ha trovato tutta questa forza?
«Quelle ragazze potevano essere mie figlie, ho pensato solo a questo».
Cosa le hanno detto?
«La più grande era sotto choc. L’ho abbracciata ma era distrutta. Respirava a fatica, non ha detto una parola. Aveva uno sguardo che non avevo mai visto, fra lo scioccato e l’assente».
È la sua vittoria più bella?
«Quando sono uscito dall’acqua ero esausto, avevo bevuto molto, avevo diversi tagli, non sapevo se la seconda ragazza ce l’avesse fatta. Quando ho sentito le grida di gioia dei soccorritori è stata un’emozione fortissima. Sicuramente il mio gol più bello».
Perché ha deciso di raccontarlo?
«Per lanciare un messaggio».
Quale?
«La vita è il bene più prezioso che abbiamo, non sprechiamolo. Quelle ragazze potevano non tornare più a casa per un bagno avventato. Non entriamo in acqua se c’è la bandiera rossa. L’ho detto ai miei figli sulla spiaggia, scossi per quanto avevano visto: niente vale più della vita, non c’è bravata che tenga».
1 agosto 2025 ( modifica il 1 agosto 2025 | 09:11)
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