Il «culto» di Xi in Russia. Putin vagheggia una nuova Yalta per dividersi il mondo con Cina e Usa

di Marco Imarisio, inviato a Mosca

​«Alzando una vela di nuvole, spingiamoci nelle acque aperte». Ieri mattina sui pannelli luminosi installati al termine del Komsomolsky Prospect, una delle strade a grande scorrimento della capitale, era il momento della poesia. La scritta a caratteri rossi si alternava con un richiamo altrettanto alato «al sole primaverile cui si deve gratitudine per il calore ricevuto», peccato che fosse in corso il lunedì più piovoso degli ultimi 146 anni, e stesse scendendo un’acqua torrenziale che rendeva difficile la vita ai pendolari diretti in città.

Dopo la sua visita ufficiale dello scorso maggio, il culto dell’amico Xi Jinping, il presidente cinese dal quale molto dipendono le sorti della Russia, sta diventando sempre più evidente. Nel cuore e alla periferia di Mosca, in cima ai grattacieli e su diversi cartelloni, appaiono citazioni e frasi preferite del leader della superpotenza alleata che nella visione di Vladimir Putin dovrebbe rappresentare la guida nel nuovo mondo multipolare. A essere pignoli, si tratta di frasi altrui, utilizzate a suo tempo da Xi, che attinge alla fonte della saggezza cinese facendo ricorso a poeti e filosofi come Confucio e Li Po. «Recare utilità al popolo è base immancabile nel governo dello Stato», «Il sommo ideale è l’edificazione della pace, veramente tutti lo condividono». Ma ci sono anche proposizioni di uso più pratico come: «La bontà di una zuppa risiede nella combinazione di sapori differenti»». 

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