Giovanni Allevi di nuovo in tv. È arrivato nello studio di Domenica In con passo lieve, il volto scavato dall’esperienza ma illuminato da una serenità che sembra quasi inspiegabile. Le mani, quelle stesse che hanno trasformato il dolore in poesia musicale, tremano. La schiena fa male, il corpo chiede tregua. Ma l’anima no, quella continua a brillare. “Il mio corpo soffre, tra mal di schiena e tremore. Ma la mia anima è sfavillante e sono felicissimo di essere qui”, ha confidato a Mara Venier.

Giovanni Allevi a Domenica In, le parole sulla malattia

Giovanni Allevi ha 56 anni e da oltre tre combatte contro il mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo che gli ha stravolto la vita. Durante un concerto a Vienna un dolore improvviso e feroce gli ha svelato che nulla sarebbe stato più come prima.

La diagnosi è arrivata come un fulmine. Stavo suonando, poi il crollo. Era un mieloma ad uno stadio avanzato”, ha raccontato a Domenica In.

Eppure, con quella dolce ostinazione tipica dei poeti, Allevi riesce a trasformare persino la malattia in un percorso spirituale.

“Considero il dolore il mio grande maestro, non una punizione. Mi ha insegnato a vivere il presente. Dicono che il mio futuro non possa andare troppo lontano, ma io non credo alle statistiche. Il mio domani è un presente allargato, che voglio vivere intensamente. Ogni alba è una promessa, ogni tramonto un arrivederci”, ha spiegato a Mara Venier.

La sua forza nasce nel luogo meno prevedibile: la “stanza dell’accettazione” dell’Istituto dei Tumori di Milano. “Lì incontro i guerrieri: pazienti che affrontano l’ignoto con una gentilezza disarmante. Quando qualcuno riesce a sorridere attraverso il dolore, la sua anima vibra a frequenze superiori. Sono anime sfavillanti, da loro attingo il coraggio”, ha ribadito.

Il nuovo progetto lavorativo di Giovanni Allevi

Ed è proprio da quella frequenza diversa che è nato il nuovo progetto di Giovanni Allevi, presentato a Domenica In: un film documentario dal titolo Back to Life. In uscita il 17 novembre, non è altro che è un ritorno simbolico e creativo alla vita.

Il seme dell’opera germoglia nel momento più buio: la diagnosi. “Non mi sono chiesto se sarei sopravvissuto. Mi sono chiesto a quali note corrispondessero le lettere della parola “mieloma”: do, la bemolle, re, si, re, re, do, do… era bellissima”, ha rivelato il musicista.

Da lì, la promessa a se stesso: comporre qualcosa che trasformasse il dolore in arte. “Dal primo giorno di ricovero mi sono dato l’obiettivo di comporre un’opera musicale dedicata alla mia malattia, con l’inizio proprio con quelle 7 note”, ha detto.

“Ho scritto un concerto per violoncello e orchestra, MM22: Mieloma Multiplo 2022, un diario musicale in cui racconto le emozioni dei mesi passati tra la vita e la morte”. E quel diario è il fulcro del film.

Giovanni Allevi vuole dunque suonare per trasformare, per dare senso, per illuminare. E se la malattia gli ha tolto la leggerezza del corpo, gli ha indubbiamente lasciato qualcosa che nemmeno il tempo potrà intaccare: una musica che non consola ma trasfigura.

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