Valencia, tempo di bilanci

Quando Pedro Acosta è arrivato in MotoGP nel 2024 si facevano i conti entro quale gran premio avrebbe dovuto vincere per battere il record di pilota più giovane di sempre a trionfare in una gara, appartenente a Marc Marquez.
E invece due anni e 42 GP dopo, Acosta è ancora a caccia della prima vittoria e l’incantesimo non è svanito neppure a Valencia. Lo spagnolo nell’avvicinamento all’ultimo weekend della stagione aveva promesso che si sarebbe tinto di arancio i capelli in caso di successo, ma dopo il 2° posto della Sprint, nella gara domenicale è rimasto ai piedi del podio, quarto.

Un giudizio netto

Nelle dichiarazioni riportate da As, Pedro Acosta è parso piuttosto sconsolato e drastico nell’analisi del suo mondiale: “La gara di oggi è stata come ce l’aspettavamo, con la sofferenza iniziale e finale. In MotoGP non esistono magie. La stagione è stata un po’ un peccato perché non abbiamo lottato per nulla, è stato come un anno perso nella mia vita. Questo è quello che è stato”.
Acosta non ha nascosto però di aver gradito il finale in crescendo: “Da metà anno in poi credo di aver fatto un grande passo avanti in termini di costanza e nella lettura delle gare. Prima mi mancava e cadevo molto, ma in ogni caso oggi non è stato sufficiente per puntare al podio”.

Lo spagnolo della KTM è impaziente di vincere: “Sto diventando un pilota migliore per quando arriverà quel momento e quel momento dovrà arrivare. Devo farmi trovare pronto. Senza gli errori di inizio anno, che sono stati tantissimi e i due zeri dopo l’estate, ci saremmo potuti giocare il terzo posto a Valencia. In ogni caso ho più punti rispetto allo scorso anno e ho disputato una stagione migliore“, ha concluso Acosta.