Ultimi scampoli della cosiddetta “off-season”, poi dagli inizi di dicembre si ricomincia a fare veramente sul serio per impostare il 2026. Anche Rachele Barbieri non sfugge a questo canovaccio, nonostante abbia già ripreso a pedalare e lavorare in palestra dopo le vacanze alle Mauritius col fidanzato Manlio Moro.
Su e giù dal cucuzzolo di San Marino entrambi stanno seguendo i loro programmi e così mentre Rachele aspetta che rientri Manlio da un allenamento un po’ più lungo del solito per pranzare assieme, ne approfittiamo per chiedere a lei come sarà il comparto delle velociste della prossima Picnic PostNL. Il passaggio in corsa di Charlotte Kool alla Fenix-Deceuninck lo scorso agosto e la partenza di altre compagne, ridisegna in parte il ruolo della 28enne nel team olandese.


Eri arrivata alla Picnic col compito di essere l’ultima ruota di Kool, ma adesso cambia qualcosa per te?
Posso dire che diventa tutto nuovo per me, che poi forse è tutto vecchio perché è un piccolo ritorno alle origini. Dovrò farmi trovare pronta per tornare ad essere la velocista di riferimento della squadra. Dovrò sostituire Charlotte, che già non era più con noi nel finale della scorsa stagione, ma nel 2026 non avremo nemmeno Megan e Franziska (rispettivamente Jastrab e Koch, passate alla UAE Team ADQ e FDJ-Suez, ndr). Vanno ricostruiti alcuni vagoni del nostro treno.
Ritieni che possa essere più complicato del previsto?
C’era molta intesa con loro. Con Megan mi sono trovata talvolta a farle da leadout, mentre Franziska era una che entrava in azione appena prima. Non è mai semplice ripartire daccapo perché anche nel femminile si vedono treni più strutturati. Adesso ci sono squadre che hanno almeno 2-3 atlete che si sacrificano eventualmente per ricucire su una fuga e poi altrettante che lavorano per impostare la volata negli ultimi chilometri. Ma non dovremo limitarci solo a questo aspetto.




Cosa intendi?
Il lavoro che mi sono ritrovata a fare quando sono entrata in questa squadra mi ha aperto gli occhi nella gestione degli sprint o delle gare che potevano finire in quel modo. Al netto delle difficoltà altimetriche del percorso, bisogna essere sempre brave a sapersi adattare al tipo di corsa che ci salta fuori. Quindi le compagne possono servire per ciò che dicevo prima oppure entrando in azione in un altro modo.
E’ rimasta Georgi e per Rachele Barbieri può essere una pedina fondamentale nelle volate?
Con Pfeiffer c’è molta affinità. Lei è fortissima benché sia un’atleta con altre caratteristiche. E’ meno veloce di me, ma è perfetta per il lead out perché ha la resistenza giusta e necessaria per ricoprire quel ruolo. Ho già lavorato tanto con lei e sono felice di continuare a farlo. Dovremmo avere un calendario abbastanza simile. Lei sarà la capitana per le classiche più impegnative, quelle meno adatte a me dove sarò di suo supporto.






Nel vostro treno potrebbe rientrare anche la tua conterranea Gaia Masetti?
Innanzitutto sono molto contenta di avere Gaia in squadra, una modenese come me anche se io ormai vivo da un’altra parte. Tuttavia so che quando farò qualche giorno in famiglia, potrò contare sulla sua compagnia per allenarci assieme. E non è un aspetto di poco conto. Gaia è un’atleta completa che può fare parte del nostro reparto senza problemi perché sa già quali compiti bisogna fare. Non sarà l’unica nuova.
A chi ti riferisci?
Un’altra novità sarà rappresentata da Mia Griffin (campionessa irlandese in carica su strada arrivata dalla Roland Le Devoluy, ndr). E’ una velocista che non conosco benissimo, anche se ricordo di averla incrociata in pista diverse volte. Avremo modo di affinare la nostra conoscenza in ritiro. La nostra è una squadra che forma le ragazze che arrivano e ogni compagna poi è pronta a dedicarsi al 100 per cento in gara. Sarà così anche la prossima stagione, anzi già a Calpe dal 10 al 18 dicembre capiremo meglio come sarà composto il reparto che ci riguarda.