Era al volante di una macchina con più di 700 cavalli, un Suv Mercedes classe G, e non aveva mai preso la patente. Dopo che il bolide che guidava si è schiantato contro un’altra auto, ha finto di essere un passante appena sceso da un tram e intervenuto per prestare soccorso. A incastrarlo, una scarpa dimenticata nell’abitacolo, i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona e la dichiarazione di uno dei medici dell’ospedale Niguarda, che si era realmente fermato per aiutare le vittime. Il bilancio dell’incidente avvenuto all’alba di domenica 16 novembre in viale Fulvio Testi, a Milano, all’altezza della fermata Bicocca della metro, è di un morto e tre feriti, di cui una in gravi condizioni. Al volante del Suv, un ventenne. In auto insieme a lui c’erano il 19enne, Pietro Silva Orrego, deceduto in ospedale e la 30 enne S. T., ancora ricoverata. Il conducente dell’altra suto, una Opel Corsa, è risultato positivo al drug test. Il primo a prestare soccorso è stato il medico del Niguarda che passava in strada in quel momento e che si è fermato praticando al diciannovenne poi deceduto le manovre di rianimazione. Inizialmente si pensava che il giovane fosse alla guida. La trentenne, invece, inizialmente stata portata al Policlinico in codice giallo, ma le sue condizioni si sono aggravate: è stata operata e adesso è ricoverata in prognosi riservata. Un terzo passeggero, E. R., 23 anni, è stato portato al San Raffaele in codice giallo, in condizioni non gravi. Il Suv proveniva da fuori città ed era diretto verso il centro. La Opel Corsa, invece, proveniva da sinistra ed era all’altezza di viale Esperia. Alla guida, L. C., 32 anni, nato a Napoli. È stato trasportato in codice giallo al Fatebenefratelli, dove è risultato positivo al narco test preliminare: ora sono in corso accertamenti per stabilire se l’assunzione sia avvenuta a ridosso dell’incidente, o nei giorni precedenti.

L’impatto tra le due auto è stato violentissimo: il Suv si è ribaltato sulla carreggiata e la cabina si è staccata completamente dal telaio, poi si è incendiato. Sul posto sono subito arrivati i vigili del fuoco e gli agenti della polizia locale che hanno eseguito i rilievi, oltre a quattro ambulanze e tre automediche del 118. Nonostante le manovre di rianimazione, per la vittima, che è andata in arresto cardiaco subito dopo lo scontro, non c’è stato nulla da fare. Era stata portata in codice rosso al Niguarda.

LE INDAGINI

Dai primi accertamenti è emerso che il Suv Mercedes è intestato a una società di noleggio per vetture di lusso. All’inizio sembrava che alla guida ci fosse il ferito più grave, ma, dopo le prime indagini, i vigili, guidati da Gianluca Mirabelli, sono riusciti a ricostruire la dinamica. Quando le prime pattuglie sono arrivate in viale Fulvio Testi, oltre ai feriti e al personale del Niguarda, è stato trovato il ventenne Y. N.: aveva i vestiti sporchi di sangue. Ascoltato dagli investigatori, ha raccontato di essere sceso poco prima da un tram e di essersi subito messo a soccorrere le vittime dell’incidente. I vigili hanno subito notato che al ragazzo mancava una scarpa, che è stata trovata a bordo del Suv. Analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza gli inquirenti hanno visto che il giovane non era mai sceso dal tram, ma era a bordo di una delle due macchine distrutte. Gli agenti lo hanno quindi portato al Niguarda, dove il medico che aveva prestato le prime cure alle vittime lo ha subito riconosciuto come il ragazzo che, probabilmente, era alla guida del Suv. Il giovane non aveva mai preso la patente. Ora la sua posizione, così come quella del conducente della Opel, è al vaglio della procura, che indaga per omicidio stradale. Su un dato gli investigatori non hanno dubbi: entrambi i veicoli circolavano ad alta velocità, di certo oltre il limite consentito.

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