Per l’Austria i quarti di finale di Coppa Davis, seppure in un format decisamente cambiato e con tante caratteristiche ancora suscettibili di cambiamento (o di ritorno al pre-riforma di Orlando per certi versi?), si trovano al grado di obiettivo oltre molte immaginazioni. Come risultato è piuttosto raro, ma non unico.
I tempi migliori, infatti, sono e restano quelli degli Anni ’90. Thomas Muster, Horst Skoff, Alex Antonitsch: erano di base questi i nomi che caratterizzarono il più brillante periodo della storia del tennis austriaco. Un tempo nel quale, proprio con Muster, nel 1990 ci fu addirittura il sogno di battere in semifinale (dopo i successi su Spagna e Italia) gli USA che già schieravano Andre Agassi e Michael Chang. Muster i suoi due singolari, sul rosso, li vinse, ma al Prater di Vienna Skoff perse due set di vantaggio contro Chang e lì finì la speranza di andarsi a giocare un titolo storico contro l’Australia.
Oltre a questo risultato, e ai quarti di finale del 1989 persi contro la Svezia (soprattutto per via dello spaventoso incidente di Muster, che a Miami fu investito da un ubriaco e tornò solo a settembre di quell’anno), spesso l’Austria ha navigato tra World Group e spareggi per non retrocedere, di solito vinti, più raramente persi. Questo fino al 2013, con il picco del quarto di finale del 2012 perso in Spagna). Poi parecchie difficoltà e la risalita. Un ritorno in alto giunto anche con dei nomi molto nuovi e, paradossalmente, alla fine dell’era di Dominic Thiem, comunque mai foriera di soddisfazioni.
Ad oggi il numero 1 austriaco, per ampio distacco, è Filip Misolic. Uno status più che meritato: da numero 80 del mondo in stagione il ventiquattrenne di Graz ha fatto un grande balzo, dato che a inizio anno era fuori dai 300. A spingerlo una finale Challenger a Tenerife, un’altra (vinta) a Praga e soprattutto l’importante accoppiata 3° turno al Roland Garros (con scalpo di Shapovalov e Court Philippe Chatrier condiviso con Novak Djokovic)-Challenger di Poznan. Entrato nei 100 dopo i quarti a Bastad, non ne è più uscito anche se, lungo tutta la seconda parte del 2025, ha faticato davvero tanto a fare risultati. Dalla fine di luglio, escluso un passaggio nelle qualificazioni a Stoccolma, ha vinto un solo match contro l’argentino Camilo Ugo Carabelli a Vienna.
Il numero 2 non è Sebastian Ofner, fermo per problemi seri a un tallone che ne hanno condizionato molto fortemente l’attività agonistica, ma Jurij Rodionov, attuale numero 160 del mondo con un passato da numero 87. Buona la sua regolarità a livello Challenger, con una vittoria a Bonn e una finale a Manacor, ma sostanzialmente l’anno non ha migliorato di tanto le prospettive dell’uomo nato a Norimberga, discendente di genitori bielorussi e vivente in Austria fin dalla più tenera età. Il terzo uomo, che appare difficile si veda in campo, è Lukas Neumayer, numero 188 mondiale, una finale Challenger quest’anno a Vicenza e un’interessante costanza di risultati mantenuta fondamentalmente per tutto l’anno. Classe 2002, è nativo di Salisburgo anche se si è poi spostato a Radstadt.
In doppio la musica è molto diversa, chiaramente: Lucas Miedler ed Alexander Erler sono specialisti capaci di arrampicarsi fino alle prime 50 posizioni del ranking dedicato. Insieme hanno giocato dal 2021 al 2024, portando a casa sette torneo di cui quattro 250 e tre 500, poi Miedler ha deciso di far coppia con il portoghese Francisco Cabral, vincendo tre 250, mentre Erler ha conquistato, assieme all’americano Robert Galloway, il titolo a Stoccolma nello scorso ottobre. Migliore, comunque, il rendimento di Miedler/Cabral, nei quarti a Cincinnati e in semifinale a Parigi-Bercy, migliori risultati della stagione.