di
Roberta Polese

L’idea di Ance: comunità residenziali a canoni calmierati destinato alle fasce più fragili, studenti, giovani coppie o chi vive con un solo reddito. Contratti fino a tre anni

«Se lo puoi sognare, lo puoi fare». Che sia il mondo fatato di Walt Disney o una casa decente in affitto a prezzi abbordabili (scenari ugualmente irrealizzabili) la chiave è: crederci, sempre. Se poi qualcuno può finanziare i nostri sogni allora è anche meglio. Ci prova l’Ance del Veneto, l’associazione dei costruttori edili, che lancia l’idea: mini-case funzionali che si affittano «come un abbonamento a una piattaforma, una sorta di Netflix» dell’abitare. Si tratta di una soluzione abitativa da 20 o 28 metri quadri al costo di 8-10 euro al giorno per frenare l’emergenza casa, sostenere le giovani coppie e offrire un tetto a chi vive con un solo reddito. 

La proposta del presidente dell’associazione, Alessandro Gerotto,

È la proposta lanciata dal presidente dell’associazione, Alessandro Gerotto, che sabato scorso ha presentato il progetto «Abitare Veneto», un modello di comunità residenziali a canoni calmierati destinato alle fasce più fragili. «Con 10 euro al giorno, per ogni persona, potremmo trattenere nelle nostre comunità le giovani generazioni e promuovere coesione sociale», ha spiegato, richiamando la necessità di partnership solide tra pubblico e privato e di modelli finanziari moderni per rispondere anche al calo demografico e alla carenza strutturale di manodopera. Il progetto prevede alloggi da 20 a 28 metri quadrati, in linea con il Decreto Salva Casa 2024, destinati a giovani coppie, lavoratori temporanei, famiglie in fase di transizione e studenti.
«Possiamo pensare a questi moduli abitativi come a benefit aziendali inserendoli in contesti in cui i servizi comuni, come le lavanderie, sono disponibili per più persone. Inoltre si potrebbe declinare il tipo di abitazione al mercato: lavoratori, studenti, persone anziane».



















































Contratti fino a tre anni

La formula dei contratti è flessibile: affitti brevi, mensili o accordi fino a un massimo di tre anni. «La rigenerazione coinvolgerebbe sia immobili pubblici dismessi sia nuove costruzioni, finanziate attraverso fondi regionali in grado di attrarre investitori istituzionali e impact funds, oltre a cofinanziamenti bancari ed europei — tra cui Fesr e Pnrr — destinati alle ristrutturazioni e alla produzione del capitale iniziale». Gerotto chiama in causa anche Veneto Sviluppo, sostenendo che la finanziaria regionale «potrebbe tornare a svolgere un ruolo importante per il territorio». 

L’appello al Governo per il Piano casa nazionale 

E invita il governo a imprimere maggiore slancio al Piano Casa nazionale: «Servono coraggio e visioni di lungo termine. La questione abitativa è uno dei nodi irrisolti degli ultimi anni». Secondo le stime dei costruttori, «Abitare Veneto» potrebbe mettere a disposizione 5.000 unità abitative rigenerate con un canone medio sotto i 300 euro al mese, riattivare 100 edifici pubblici inutilizzati e coprire oltre l’85% della domanda abitativa più fragile. Per garantire tempi rapidi e costi contenuti, il progetto punta su moduli abitativi scalabili, a basso impatto e ad alta efficienza energetica, in un territorio — il Veneto — dove circa il 40% del patrimonio edilizio resta ancora in classe F o G. Ma lo dice anche Gerotto: «Per fare le cose servono i soldi». E i soldi dovrebbe trovarli la politica. Coglie la palla al balzo l’assessore regionale responsabile delle politiche abitative Cristiano Corazzari: «L’idea è suggestiva – spiega – in Veneto ci sono, oltre alle 35 mila case pubbliche, anche 500 mila abitazioni private chiuse che i proprietari non mettono in affitto per timore di cadere nel girone infernale degli inquilini morosi, va trovato il modo di garantire anche loro, ma quella di Ance è una bella idea che potrebbe trovare applicazione».

Dopo i sogni tocca anche un bagno di realtà. «Le soluzioni di Ance sono molto belle, ma noi le soluzioni le conosciamo bene e sappiamo che ci vogliono montagne di soldi» spiega Maurizio Trabuio, direttore di Fondazione La Casa, che a Padova ha realizzato un intero quartiere in social housing e ora sta costruendo, sempre a Padova, uno studentato: «Ristrutturare una casa di 27 metri quadri costa almeno 35 mila euro, metterla in affitto a 300 euro al mese vuol dire rientrare di 3.600 euro l’anno, è un investimento non molto redditizio, Ance intende rientrare con i finanziamenti pubblici? Sarebbe una bella idea, ricordiamo però che gli ultimi investimenti per le ristrutturazioni sono stati i bonus 110, soldi pubblici che hanno finanziato ristrutturazioni private, mentre le case pubbliche sono rimaste vecchie e inutilizzabili». Certo, l’idea di case piccole per single e coppie non è male, ma potrebbe trasformarsi in un incubo: «Due persone in 28 metri quadri? Va bene a patto che non si litighi mai, ricordiamo che anche le case di via Anelli a Padova erano 28 metri quadri, e si è visto come sono andate le cose…». Dal canto suo Veneto Sviluppo, tirata in ballo da Ance, prende tempo: «Non conosco l’idea, ci dovremmo lavorare, siamo in periodo elettorale, le proposte vanno vagliate bene» afferma il presidente Fabrizio Spagna. Del resto «i sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor…».


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17 novembre 2025