
© Sirotti
Florian Lipowitz si vede ancora lontano dal livello di Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard. Il portacolori della Red Bull-Bora-hansgrohe è stato protagonista di un’ottima stagione, che lo ha visto concludere al secondo posto la Parigi-Nizza, al quarto il Giro dei Paesi Baschi e al terzo sia il Giro del Delfinato che il Tour de France, in entrambi i casi alle spalle dei due corridori sopracitati. Alla Grande Boucle, dove è diventato il primo corridore tedesco a salire sul podio finale dal 2006, il 25enne ha chiuso con un distacco di 11 minuti dallo sloveno e di poco più di sei e mezzo dal danese; una distanza importante, che il giovane scalatore non sa se potrà colmare in futuro.
“Vingegaard e Pogačar corrono a un livello completamente diverso – ha ammesso Lipowitz nell’ultimo episodio del Der Roadbike Podcast – Loro due fanno gara a parte. È più una lotta per il terzo posto. Ho sempre visto Pogačar e Vingegaard in televisione, non mi sarei mai aspettato che un giorno avrei corso insieme a loro e raggiunto quel livello. Il mio allenatore ha detto che per lui non era una sorpresa. Per me lo era sicuramente“.
Negli ultimi tempi, diversi corridori hanno manifestato insofferenza verso il dominio di Pogačar, ma lo scalatore tedesco sembra pensarla in maniera differente: “Mi rende felice correre contro Pogacar. Si vogliono ottenere i migliori risultati, ma se si ha la possibilità di correre contro il migliore al mondo, allora si coglie l’occasione, si può sempre lottare per il secondo o terzo posto”.
In patria, in molti paragonano il 25enne a Jan Ullrich, unico tedesco ad aver vinto il Tour (più cinque secondi posti, quattro dei quali alle spalle di Lance Armstrong), ma Lipowitz preferisce lasciare da parte qualsiasi confronto: “È un onore essere paragonato a lui, ma alla fine dei conti io sono Florian Lipowitz. Per questo non voglio concentrarmi troppo su questo aspetto. Ovviamente mi fa piacere, ma io sono io“.
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