Con ogni nuovo capitolo della saga di Avatar, James Cameron sembra deciso a portare avanti una tradizione che divide gli spettatori ormai da anni: quella delle durate monumentali, diventate uno dei tratti più riconoscibili – e discussi – del suo cinema contemporaneo. Dopo le oltre tre ore di Avatar: La via dell’acqua, anche Avatar: Fire and Ash continuerà su questa strada, confermando un trend che per alcuni è sinonimo di ambizione, mentre per altri rappresenta un ostacolo pratico non indifferente.

Secondo i dati riportati da AMC Theatres, Fire and Ash avrà una runtime di 3 ore e 15 minuti, appena tre minuti in più rispetto al film precedente ma sufficienti ad eguagliare Titanic come il titolo più lungo della carriera di Cameron. Una scelta che molti fan avevano anticipato, considerando la tendenza del regista ad ampliare sempre più la portata dei propri progetti, ma che ha comunque acceso il dibattito online tra chi applaude l’ambizione e chi teme un’altra “maratona da sala”.

La durata imponente è coerente con la natura del film. Fire and Ash rappresenta infatti il capitolo più oscuro e complesso della trilogia finora: questa volta Jake Sully e la sua famiglia si troveranno faccia a faccia con il Mangkwan Clan, noto come il Popolo della Cenere, il primo clan Na’vi presentato apertamente come antagonista principale. Cameron ha spiegato più volte che il terzo capitolo esplorerà “territori più duri e conflittuali” di Pandora, dove la linea tra umani e Na’vi è meno netta e dove perfino alcuni membri dei clan locali potrebbero schierarsi con gli invasori.

In questo contesto, la lunga durata diventa una conseguenza naturale dell’ampiezza narrativa: Cameron vuole tempo per approfondire il nuovo clan, ampliare il world-building e dare spazio alla crescita emotiva dei Sully, ormai cuore tematico della saga. La commistione tra spettacolo visivo, dinamiche familiari e conflitti culturali richiede una struttura estesa – ed è proprio questo che alimenta il dibattito tra gli spettatori, divisi tra entusiasmo e timori logistici.

Nonostante la discussione, il pubblico non sembra affatto scoraggiato: Avatar e La via dell’acqua sono diventati due dei maggiori successi commerciali di sempre proprio grazie alla loro natura di “film evento” pensati per l’esperienza cinematografica. L’arrivo di Fire and Ash, previsto per dicembre 2025, avviene inoltre a soli due anni di distanza dal film precedente, un intervallo insolitamente breve che contribuisce ad alimentare aspettative e curiosità.

E mentre Cameron ha già annunciato altri due capitoli della saga, la domanda che molti si pongono è se questo trend – ormai parte integrante del suo modo di fare cinema – continuerà a crescere. Per ora, una cosa è certa: Fire and Ash sarà un altro colosso visivo e narrativo, destinato a far discutere ancora prima di arrivare in sala.

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