Ogni giorno alle 16.30 inizia la lezione di danza. Non vede l’ora che sia lunedì. Stare ferma è qualcosa che proprio non appartiene alla sua natura. Al movimento ha dedicato tutta la sua vita di danzatrice, coreografa e insegnante. Susanna Egri è una leggenda vivente: attiva, brillante e instancabile a 99 anni. Stasera alle 19 al cinema Romano, in galleria Subalpina, ci sarà la proiezione del documentario a lei dedicato “L’Attimo Fuggente” (2025, 52’) diretto da Zsuzsanna Bak e Gábor Zsigmond Papp. L’ingresso è libero.

A seguire, un incontro con il regista e la protagonista del film, moderato da Bruno Ventavoli, giornalista de “La Stampa” e traduttore di letteratura ungherese. Sarà presente anche László Berényi, direttore ad interim dell’Accademia d’Ungheria in Roma. Il documentario ritrae Egri mentre riprende una sua coreografia di 72 anni fa, “Istantanee” la cui registrazione del 1953 fu parte della prima trasmissione sperimentale televisiva della Rai. Ha raccontato in un’intervista a La Stampa un paio di anni fa: «Un periodo bellissimo e fruttuoso. Agli inizi della tv c’erano i balletti in prima serata. A Torino c’erano solo due tv in via Roma, nelle vetrine della Stampa e della Gazzetta. Il mio compito era eseguire danze solistiche per esercitare i cameraman a seguire qualcosa in movimento e cosa meglio della danza? Ho anche vinto il Prix Italia con un mio balletto ispirato alla Cavalleria Rusticana nel ‘63».

“Istantanee” è oggi in fase di rimessa in scena con la Compagnia EgriBiancoDanza in vista di “Susanna Egri: Il Centenario”, il grande spettacolo che si terrà il 18 febbraio 2026, in occasione del compleanno dell’artista, al teatro Il Maggiore di Verbania, nella stagione Maggiore_Danza.

La tragedia di Superga

Il documentario è l’occasione per raccontare la vita della protagonista nata a Budapest e figlia del direttore tecnico del Grande Torino, Ernő Erbstein, che morì nell’incidente di Superga il 4 maggio del 1949. Susanna seppe dello schianto dell’aereo sulla collina da due signore che ne parlavano in treno. Corse subito a Superga per cercare, fra i rottami, una traccia del papà. Trovò una bambola, souvenir del Portogallo, l’ultimo regalo per lei, che la accompagnò in ogni sua tournée in giro per il mondo.

Le leggi razziali

Non fu l’unico momento difficile. Nel 1938, la famiglia Erbstein dovette affrontare le leggi razziali. «Ero cresciuta cattolica e non sapevo nemmeno che cosa significasse essere ebrei. Da un giorno all’altro venni estromessa dalla scuola. Fuggimmo a Budapest» ha detto in una recente intervista al Tg regionale.

La fondazione

Al ritorno a Torino è una danzatrice che ha approfondito la rivoluzione della danza contemporanea mitteleuropea. Nel 1998 nasce la Fondazione Egri, riconosciuta come Centro di Rilevante Interesse per la Danza dal Ministero della Cultura. La Fondazione porta avanti l’eredità artistica e pedagogica di Susanna Egri attraverso la compagnia residente EgriBiancoDanza, diretta da Raphael Bianco, e il network di programmazione e produzione artistica Ipuntidanza. Inoltre, svolge un’intensa attività formativa con la scuola di danza Susanna Egri e l’Alta Formazione, rivolta a giovani danzatori e danzatrici, oltre a progetti di audience engagement.

La Fondazione è oggi un punto di riferimento per la danza contemporanea con un forte legame con Torino e la tradizione coreutica ungherese.

«Ogni danza deve deliziare gli occhi e aprire la mente». Lo diceva Luciano di Samosata quasi 2000 anni fa. Lo ripete Susanna Egri ogni giorno con la sua vita.