Federico Pastorello, nell’intervista a Fanpage, è tornato anche sulla leggendaria scena del contratto di Milito
Federico Pastorello, nell’intervista a Fanpage, è tornato anche sulla leggendaria scena del contratto di Milito lanciato dentro la sede del calciomercato all’ultimo secondo. Un episodio che ha segnato un’epoca, garantendo il passaggio di Milito dal Genoa all’Inter l’anno dopo.
È vero che col lancio del contratto di Milito hai cambiato le regole del calciomercato?
All’epoca c’erano i box. L’anno dopo misero delle reti sopra, perché le paratie erano aperte. Poi addirittura li chiusero, spostando tutto all’interno delle stanze. A prova di lancio.
Raccontaci quella storia.
L’idea nasce 24 ore prima, di notte, con Preziosi che mi chiama disperato. Gli erano saltate tutte le trattative per prendere l’attaccante ed eravamo in buoni rapporti. Gli suggerisco: “So che c’è Milito in rotta col Saragozza, vuole andar via”. Lui si è infiammato e abbiamo iniziato a lavorare da subito, però c’erano di mezzo 1500 problemi. Il Saragozza doveva un sacco di soldi a Milito e non volevano darglieli. Alla fine riusciamo a trovare la quadra di tutto, ma mancavano cinque minuti alla chiusura (alle ore 19, ndr). La firma del presidente del Saragozza arriva giusto alle 19. Io do il contratto a Lorenzo, un mio collaboratore: “Corri a depositarlo”. Nel frattempo avevano comunque depositato il contratto economico tra il ragazzo e il Genoa, quindi mancava l’accordo di trasferimento, che era quello di cui mi occupavo.
Io contento mi avvio al box, saranno state le 19:04, e vedo Lorenzo con il contratto in mano fuori dalla porta: “Eh, ho trovato chiuso”. Ero al telefono col presidente del Saragozza, prendo d’istinto il contratto e lo butto dentro, dove c’era il segretario del Genoa. Vado subito via, ma siccome c’erano tutte le telecamere quella roba lì è diventata storica.
E sei diventato “famoso”.
Mi chiamò addirittura il capo degli Ultras del Genoa. Divenni l’idolo del tifoso genoano per quel trasferimento, perché poi quell’anno fece 34 gol e venne venduto per 50 e rotti milioni all’Inter. A distanza di due anni poi incontrai Milito in tribuna, perché era squalificato. Noi non ci conoscevamo neanche, perché io avevo parlato col suo agente e col presidente. Ricordo che mi batté sulla coscia e disse: “È a te che devo dire grazie se è successo tutto questo?”. Una bellissima storia.
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