Il «monte» delle ferie non utilizzate dai medici di Asl e ospedali del Piemonte è di oltre 236.000 giorni. Emerge dal report diffuso da Daniele Valle, consigliere regionale Pd e vicepresidente della Commissione Sanità a Palazzo Lascaris. Un quadro che preoccupa. E si aggiunge alla situazione, non certo più confortante, di infermieri e altre professioni sanitarie.

Secondo l’aggiornamento al 31 dicembre 2024, nell’Asl Cn1 i 455 medici strutturati hanno in totale 8.773,5 giorni di ferie non goduti, che equivalgono a 65.801 ore («Ottenute – spiegano gli autori del report – moltiplicando i giorni di ferie non goduti per le 7,5 ore lavorative medie giornaliere»), con 10.843 ore eccedenti, per un totale di 76.644 ore di ferie non godute ed eccedenti. Come dire che mancano 52,4 medici per arrivare in pari. L’Asl Cn2: ai 289 medici strutturati «mancano» 5.936,5 giorni di ferie, cioè 44.523,75 ore, con 9.935 eccedenti (per un totale di 54.458,75 ore di ferie non godute ed eccedenti). Servirebbero altri 37,2 medici per coprire. L’Aso S. Croce e Carle di Cuneo: i 461 medici strutturati hanno complessivamente 3.151,5 giorni di ferie arretrati, pari a 23.636 ore, con un’eccedenza di 19.475 ore (e un totale di 43.112 ore di ferie non godute ed eccedenti, con la carenza di 29,5 medici). L’hub, tuttavia, può vantare un piccolo primato: è il migliore nel parametro delle «ore in eccesso per medico», con 93. Seguono l’Asl Torino con 97 e il Mauriziano con 128.

Statistica a parte, il vicepresidente della Commissione Sanità dice: «La verità che emerge dai dati, raccolti tramite una mia richiesta di accesso agli atti, è che la sanità pubblica è in affanno e si regge unicamente sul sacrificio quotidiano del personale. Non possiamo continuare a ignorare il grido d’allarme, serve sbloccare subito le assunzioni, rafforzare gli organici, che dal Covid si sono progressivamente ridotti, e smettere di chiedere l’impossibile a chi lavora in corsia». E aggiunge: «Qualche anno fa, in pandemia, i medici erano i nostri angeli, ora sono costretti a lavorare in condizioni di forte stress che spingono molti a lasciare il sistema pubblico e mettono a rischio qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria».

«Solidarietà per i colleghi della dipendenza ospedaliera – si legge in un post di Fimmg Cuneo, la federazione dei medici di medicina generale -. Al vostro fianco, insieme all’Ordine dei Medici, per la tutela dei diritti e della dignità dei professionisti sanitari che lavorano per lo Stato e per la salute pubblica dei cittadini. E c’è chi programma la medesima sorte contrattuale anche per i medici di medicina generale».