di
Pierpaolo Lio
Svolta nelle indagini sull’incidente costato la vita al 19enne Pietro Silva Orrego. Il giovane accusato dal medico di essere alla guida del Mercedes Brabus aveva effettivamente cercato di salvare gli amici. La scarpa persa per sfondare il finestrino. Giallo su chi fosse alla guida
Sono (almeno) un paio di video che rimbalzano da ore sui social a «scagionare» il 20enne che si pensava fosse al volante del bolide da mezzo milione di euro e oltre 700 cavalli che s’è schiantato domenica all’alba in viale Fulvio Testi a Milano, nel tremendo incidente in cui è morto il 19enne Pietro Silva Orrego. Sono due clip che spiegano anche il «mistero» della sua scarpa: una sneaker ritrovata tra i rottami di quel maxi suv spezzato in due.
Le immagini lo mostrano accorrere, insieme a un paio di passanti. Disperarsi («Ci sono i miei amici che stanno morendo»).
E prendere a calci il finestrino — probabilmente perdendo proprio così la scarpa — nel tentativo di aprirsi un varco per soccorrere chi era nell’abitacolo accartocciato di quella lussuosa Mercedes classe G Brabus. Anche l’assenza, di fatto, di ferite fa pensare agli inquirenti che non fosse a bordo, nonostante le macchie di sangue sui suoi vestiti.
Subito ascoltato dai vigili intervenuti sul posto — perché additato dal primo passante-soccorritore come la persona alla guida del fuoristrada — il ragazzo s’era difeso dicendo di essere arrivato là con un tram su cui invece non è mai salito, alimentando così i sospetti. Il 20enne, che abita a un paio di chilometri di distanza, è risultato positivo all’etilometro. Conosceva gli occupanti della Mercedes. E non è escluso che avesse passato la serata con loro, e fosse però sceso dal suv prima dell’incidente.
Nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio stradale, possibile venga iscritto invece il 23enne Enrico R., patentato e incensurato (come tutte le persone coinvolte) che aveva preso a noleggio il bolide da una società specializzata, e che agli agenti della polizia locale ha dichiarato di essere stato in effetti alla guida. Si attendono gli esiti dell’alcol test a cui è stato sottoposto in pronto soccorso. Con lui, nell’ambito del fascicolo della pm Giancarla Serafini, dovrebbe essere indagato anche L.C., il 32enne, originario di Napoli, che era il conducente della Opel Corsa con cui il suv si è scontrato. Trasportato anche lui in codice giallo in ospedale, l’uomo è poi risultato positivo al «pre test» per le droghe. L’altra ferita è la 30enne S.T., anche lei a bordo della fuoriserie a noleggio, insieme al 23enne e a Pietro Silva Orrego. Ricoverata d’urgenza e sottoposta a operazione, sarebbe ora fuori pericolo, ma la sua prognosi è ancora riservata.
Resta ancora da ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente. Dai rilievi degli agenti del Radiomobile dei vigili, le ipotesi sono quelle di una precedenza non data, di un semaforo bruciato, o di una manovra azzardata. Si stanno setacciando le immagini delle telecamere della zona per chiarire l’accaduto e le responsabilità. Anche se, su quell’incrocio, con viale Esperia, alla periferia nord, c’è una sola telecamera pubblica. È di quelle con obiettivo «brandeggiante». E sembra non abbia «catturato» il momento dello schianto. Andrà accertata anche la velocità dei due mezzi. Il sospetto è che procedessero forte. Entrambi si sono accartocciati, e hanno preso fuoco. E la Mercedes (vettura che risulterebbe già coinvolta un anno fa in un altro grave incidente) si è spezzata in due. Informazioni utili, oltre che dalle telecamere, potrebbero arrivare dal gps installato sul suv.
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18 novembre 2025 ( modifica il 18 novembre 2025 | 07:24)
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