di
Mara Gergolet
La scelta di morire insieme nella casa in Baviera. Il mistero sulla data del 17 novembre
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BERLINO – Adesso che se ne sono andate a 89 anni, ora che «danzano con la grazia e le loro gambe infinite nel cielo», come le ha salutate il più popolare dei giornali tedeschi, sembra naturale che il destino di queste gemelle omozigote sia stato parallelo e inscindibile anche nella morte. Ma niente delle loro ultime settimane, né dell’ultimo giorno è stato casuale. Semmai dettato da quella disciplina, da quella rigorosa preparazione, che ne ha scandito la carriera, quando Alice ed Ellen Kessler sono diventate le Fräuleinwunder — un «miracolo di signorine», come la Wirschaftwunder è stata il miracolo economico del dopoguerra tedesco —, un doppio simbolo che ha fatto conoscere al mondo una Germania dalle gambe chilometriche e caschetto biondo, ma anche educata, positiva, finalmente riscattata e perfino in grado di far sognare.
La data del 17 novembre era stata scelta da tempo. Quando la polizia è arrivata a casa loro, chiamata secondo protocollo, in uno dei quartieri più belli e borghesi a sud di Monaco, ha potuto solamente constatare che avevano deciso di morire insieme. Suicidio assistito. Da cinque anni, una sentenza della Corte costituzionale tedesca l’ha reso possibile — o meglio non punibile — in determinate condizioni, a differenza dell’eutanasia. E loro quelle condizioni le hanno rispettate tutte, preparando l’ultimo passo come un rito, come una doppia cerimonia d’addio.
È stata l’associazione alla quale si sono rivolte, la Deutsche Gesellschaft für Humanes Sterben (Dghs), a rendere nota pur nell’assoluta discrezione la scelta delle gemelle Kessler. Si tratta di una delle tre associazioni che si occupano di Sterbehilfe, assistenza al morire, e ha sede a Berlino. Le due sorelle erano in contatto con loro da anni. «Membri dell’associazione — ha detto un loro portavoce — da molto più di sei mesi». Del resto, avevano fatto capire più volte che quando il momento sarebbe arrivato, avrebbero preferito una dolce morte. E poi, come hanno detto alla Bild, «essere sepolte accanto alla madre Elsa e all’amato cane Yolli».
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Negli ultimi tempi — hanno raccontato quelli della Dghs —, un giurista e una dottoressa avevano avuto colloqui preliminari con loro. Ieri i due si sono recati nella loro villetta, per rispettare la data del 17 novembre: perché le Kessler avessero scelto questo giorno è un mistero che ancora non è stato sciolto. Fare da soli, senza alcuna pressione, nel pieno della consapevolezza: queste tre regole prevede la legislazione tedesca.
La morte, hanno spiegato i volontari di Dghs, arriva tramite un’iniezione: la persona deve aprire da sola la confezione, poi attraverso la somministrazione endovenosa scorre il farmaco anestetico ad alto dosaggio, il tiopentale. Che in breve tempo porta all’arresto cardiaco e circolatorio. La fine è pacifica. Le sorelle Kessler si sono semplicemente addormentate.
Nulla è stato lasciato al caso. Avevano redatto il testamento già vent’anni fa. E in un libro recente, Goldene Jahre (anni d’oro) — che a posteriori è il loro lascito spirituale, il bilancio finale — hanno spiegato doviziosamente a chi avrebbero destinato il loro patrimonio. «Non abbiamo figli, né nipoti. Quindi gli eredi sono Medici senza Frontiere, la Missione Cristoffel peri ciechi, Gut Aiderbichl, l’Unicef e i Malteser». I loro averi finiscono in beneficenza. La tappa finale è in Baviera, la patria che le ha accolte quarant’anni fa — loro «prussiane», tedesche dell’Est. Riposeranno in un’unica urna, come si erano promesse.
18 novembre 2025 ( modifica il 18 novembre 2025 | 08:08)
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