«Come sto con questa parrucchetta?». Enrica Bonaccorti, ospite di Verissimo, ha raccontato questi suoi primi mesi dopo la diagnosi di tumore al pancreas e le terapie. Dopo una fase di «letargo», come lei a definito il periodo in cui si era chiusa in se stessa e non se la sentiva di rivelare quello che stava vivendo, la conduttrice ha voluto aprirsi con il suo pubblico. E, oggi, spiega che la scelta di condividere le notizie sulla sua salute e di sentire l’affetto dei suoi fan le ha fatto molto bene.

«Ho fatto tutte le terapie che mi hanno detto di fare: tutta la chemioterapia, tutta la radioterapia. Ho finito dieci giorni fa e adesso, per due mesi e mezzo, non devo fare nulla perché bisogna aspettare la Tac», spiega. «Io però avrei voluto fare qualcos’altro nel frattempo, ma non si può. E questa attesa mi mette un po’ d’ansia, come se dovessimo restare fermi mentre la “bestiaccia” potrebbe svegliarsi. Però, rispetto a quello che temevo, sono stata molto meglio del previsto: ho avuto solo qualche giorno di nausea forte, come se fossi incinta, ma niente dolori, davvero nulla di doloroso. Mi ha stupito, perché avevo sentito racconti molto diversi».

Enrica Bonaccorti ha saputo del tumore durante l’estate, ma non aveva avuto dolore o sintomi specifici: «Proprio come quando ho avuto il problema al cuore, all’inizio non mi accorsi di nulla. Anche stavolta facevo un po’ fatica a salire le scale, avevo il fiato corto, ma non pensavo certo di avere qualcosa di così grave. Il giorno in cui sono andata a ritirare gli esiti degli esami pensavo di poter partire per un weekend al mare. Invece mi hanno fermata subito: “Lei non va da nessuna parte, deve iniziare la chemioterapia”».

La prima a sapere la verità era stata la figlia Verdiana, che le sta sempre accanto in questo percorso. «È stata la prima a saperlo, e in accordo con i medici non me l’ha detto subito perché volevano prima la conferma dell’istologico, ma purtroppo il risultato era proprio quello. Io mi sono subito chiusa in quello che chiamo letargo: non rispondevo più al telefono, ero assente, completamente bloccata. Nella mia testa si era acceso subito il ricordo di Eleonora Giorgi, scomparsa il 3 marzo scorso: quando mi hanno detto qual era la diagnosi, ho pensato: “Basta, tra pochi mesi non ci sono più”. E così mi sono ritirata: non parlavo con nessuno, ero sparita dai social, stavo chiusa in camera senza nemmeno alzare la serranda. Sono stata quattro mesi completamente assente da me stessa. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare, stupidamente, erano le questioni pratiche: cosa lasciare a mia figlia, come organizzare quello che sarebbe venuto dopo».

Poi ha deciso di parlarne pubblicamente: «Mi sentivo dentro una bugia: non andavo ospite alle trasmissioni, non rispondevo agli amici, le amiche chiedevano a mia figlia cosa avessi. In TV dicevano che ero sempre in vacanza, ma io semplicemente non ero più da nessuna parte. Quando ho detto la verità ho iniziato a ricevere migliaia di messaggi, e mi avete fatto un bene enorme. Mi avete restituito la voglia di esserci, la voglia di vivere. Mi avete anche dato tante informazioni: da voi ho scoperto che ci sono persone che convivono con questo male da anni. Io invece ero fissata con l’idea di Eleonora e pensavo fosse tutto già scritto. Invece la scienza va sempre molto avanti. E quelle parole, quell’affetto, mi hanno dato la forza di tornare al mondo». Anche l’amico Renato Zero le è stato molto vicino: «Due visite a casa, poi un pranzo fuori. Siamo andati a mangiare pesce al ristorante con la sua famiglia, l’ho sentito chiamare “nonno”, è tenerissimo».