Siena, 18 novembre 2025 – In apparenza è un vaso di Pandora che è stato scoperchiato. Prima un caso a Siena, poi due a Livorno, qualche episodio si sarebbe verificato anche nel Lazio. Si tratta del cosiddetto ’test del carrello’ nei supermercati Pam, dove ispettori dell’azienda nei panni di finti clienti nascondono prodotti ’rubati’ nel carrello della spesa. Di fronte al mancato rilevamento del ’furto’ da parte del cassiere, scatta la contestazione disciplinare, fino al licenziamento come avvenuto nei giorni scorsi a Fabio Giomi, 62enne dipendente del Punto Pam alla stazione di Siena.

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Lavoratori licenziati, avevano oltre 20 anni di anzianità

E ora ai dipendenti degli store di via Roma e del quartiere Corea, a Livorno, finiti anche loro al centro delle contestazioni dell’azienda, come raccontato da Sabina Bardi, responsabile Area Livorno di UilTucs Toscana: “Il primo caso riguarda Tommaso, dipendente da circa trenta anni del punto vendita di Corea, sottoposto al ’test carrello’, trasformato però in imboscata. Gli ispettori nascondono dei prodotti, attuano poi vere e proprie provocazioni alla cassa, fanno pressioni psicologiche. Una trappola studiata per indurlo a sbagliare e giustificarne così il licenziamento”. Il secondo invece è “quello di Davide, con oltre 20 anni di anzianità, dipendente del punto vendita in via Roma, bersagliato da contestazioni continue e infondate a nostro parere – spiega Bardi –. Un’escalation disciplinare costruita ad arte, che ha portato al suo allontanamento”.

Da Siena a Livorno, tutto rinviato alla trattativa nazionale (foto repertorio iStock)

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Nulla di fatto al primo confronto con l’azienda

Ieri un primo confronto con l’azienda sul caso senese, di fatto demandato a un tavolo nazionale convocato per giovedì 20 a Roma. “Questa pratica mette in difficoltà i lavoratori, che non sono poliziotti – ha detto Massimiliano Fabozzi, segretario di Filcams Cgil Siena –. Si tratta di un atto unilaterale e soprattutto, se un cliente nasconde un prodotto e il cassiere non se ne accorge, non può essere accusato di complicità o licenziato per giusta causa: c’è un problema di democrazia. Giomi tra l’altro era un delegato sindacale”. Lo stesso Giomi, che si è dichiarato “molto provato dalla situazione”, attende una possibile reintegrazione, di cui si sarebbe dovuto discutere ieri.

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Diffida dei sindacati alla Pam Panorama

Ma dal vertice fra le rappresentanze sindacali e l’azienda non sono emerse novità. La questione, data la sua crescente rilevanza, si sposterà giovedì sul tavolo romano, alla presenza dei sindacati nazionali. “Parleremo del ’test carrello’ e delle sanzioni, che sono state fatte insieme ai licenziamenti per casi simili, per le quali c’è una diffida dei sindacati nazionali alla Pam Panorama – dice Fabozzi –. Ci stiamo preparando sia all’ipotesi che l’incontro vada bene sia a un’eventuale mobilitazione”. A Siena i lavoratori dei supermercati sono in stato di agitazione da quasi una settimana. E Avs ha annunciato il coinvolgimento del gruppo parlamentare per presentare un’interrogazione sul caso.

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