Licenziati per non aver superato il “test del finto cliente”. È ciò che è successo a tre dipendenti della catena di supermercati Pam tra Siena e Livorno, licenziati per non aver individuato i prodotti rubati dal carrello durante un test eseguito dagli ispettori dell’azienda. Come spiega Open, gli ispettori fingono di essere clienti nascondendo nel carrello della spesa alcuni articoli “rubati”. Chi non rileva il furto è soggetto a una contestazione disciplinare. Il primo caso è avvenuto a Siena, con il licenziamento di un dipendente del Punto Pam alla stazione senese. Poi, ad altri due lavoratori livornesi, dipendenti rispettivamente degli store di via Roma e del quartiere Corea.
Sindacati: “Una trappola, i lavoratori non sono poliziotti”
A seguito dei licenziamenti è arrivata la risposta dei sindacati. “Gli ispettori nascondono dei prodotti, attuano poi vere e proprie provocazioni alla cassa, fanno pressioni psicologiche. Una trappola studiata per indurlo a sbagliare e giustificarne così il licenziamento”, denuncia Sabina Bardi, responsabile dell’Area Livorno di UilTucs Toscana, citata da Open. La pratica “mette in difficoltà i lavoratori, che non sono poliziotti”, spiega Massimiliano Fabozzi, segretario di Filcams Cgil Siena. Si tratta di “un atto unilaterale e soprattutto, se un cliente nasconde un prodotto e il cassiere non se ne accorge, non può essere accusato di complicità o licenziato per giusta causa: c’è un problema di democrazia”, aggiunge.

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