di
Francesca Scorcucchi

L’attore protagonista di «Slow Horses»: «Jackson Lamb è molto più intelligente di me»

Jackson Lamb è cinico, sgradevole, rozzo, sboccato. Lamb è il protagonista della serie Slow Horses, disponibile sulla piattaforma AppleTV. Lo interpreta Gary Oldman, anzi, Sir Gary Oldman, giacché a settembre è stato insignito del titolo di cavaliere dal Principe William. «Per l’occasione mi sono dato una bella strigliata». Non si è potuto tagliare i capelli però. Il codino grigio e unto di Lamb non poteva essere rimosso. È marchio di fabbrica, imprescindibile tratto del suo aspetto sporco e trasandato. Lamb, nato dalla penna dello scrittore britannico Mick Herron, «sta commettendo un lento suicidio per quanto fuma, beve e si trascura», dice Oldman.

Lamb è il capo dello Slough House, una sezione periferica dell’MI5 dove vengono mandati gli agenti che hanno commesso errori o sono caduti in disgrazia, i cosiddetti slow horses («cavalli lenti», ronzini), però è tutto fuorché un derelitto. È un ex-agente d’élite, intelligente, astuto e ancora letalmente capace. «È molto più intelligente di me – dice l’attore – ecco, forse è questa la dote che più gli invidio, oltre alla grande libertà nei suoi comportamenti. Nessuno può giudicarlo perché a lui non importa di essere giudicato. È come se il suo guscio fosse impenetrabile. E in parte è dovuto al fatto che non gli importa, o finge che non gli importi niente di nulla e di nessuno».



















































Non è il primo agente segreto di successo che interpreta nella sua lunga carriera che comprende un Oscar nel 2018 per il ruolo di Winston Churchill nel film di Joe Wright «L’Ora più buia». È stato il protagonista di «La Talpa», dal romanzo di John Le Carrè, uscito nel 2011, ha interpretato un ex agente del KGB in «Air Force One» (1997) e un agente della Cia in «Criminal», del 2016. «Amo il genere, sono cresciuto con James Bond. La mia intera generazione è cresciuta con i suoi film. Quello che differenzia Lamb da Bond è il fatto che, se quest’ultimo cade da un’altezza vertiginosa, si alza e si spolvera lo smoking. Lamb, invece, è uno di noi. Non ha i capelli biondo platino, non ha bende sull’occhio o cicatrici, e non accarezza gatti. I veri agenti segreti sono persone normali, gente che cammina in mezzo a noi, che prende l’autobus, che vive una vita ordinaria e noiosa per il 99% del suo tempo e che solo ogni tanto fa cose straordinarie. Credo che il successo di Slow Horses consista proprio nel racconto di questa normalità».

Non è una bella vita, quella della spia. Oldman ne è convinto anche per aver consultato veri agenti segreti. «Ci sono molti divorziati e alcolisti fra loro. Lo stress ti porta a bere, il non poter raccontare quello che ti succede al lavoro porta alla rottura dei matrimoni. Un po’ come succede agli attori». Il paragone è azzeccato, Gary Oldman ne è la prova vivente. Si è sposato cinque volte, la seconda delle quali con Uma Thurman, negli anni Novanta, e più volte ha raccontato del suo percorso di disintossicazione dall’alcool. «Ero un bevitore con un talento da attore. Non un attore che beveva: un bevitore che, per caso, recitava», ha detto spiegando il ruolo degli Alcolisti Anonimi nel suo percorso di disintossicazione: «Una comunità che mi ha salvato la vita. Quando ho smesso di bere, ho dovuto imparare a vivere di nuovo, ho dovuto cercare di capire chi fossi senza un bicchiere in mano».

Jackson Lamb invece continua a bere, a fumare, a fregarsene delle apparenze e della vita sociale. «L’ho amato quando l’ho incontrato per la prima volta e lo amo ancora. Più strati scopro, più cose imparo su di lui, più diventa affascinante e intrigante per me». Cosa ama è anche l’idea della seconda possibilità che la serie abbraccia. «Io sono un grande fan delle seconde possibilità. Tutti noi trascorriamo i primi venti, trenta o anche quarant’anni della nostra vita prima di riuscire a capire chi siamo. Le donne probabilmente riescono a capirlo prima, gli uomini sono più lenti. E commettono più errori. Quindi viva le seconde possibilità ,senza dimenticare ma perdonando, perdonandosi, e andando avanti».

18 novembre 2025